giovedì 24 dicembre 2009

Un veloce saluto dalle lande sabaude

Ebbene sì, eccomi qua per passare un po' di tempo con la famiglia del naturalista e con i miei nipotini.
Dopo un viaggio tranquillo iniziato alle sei di mattina con una temperatura al suolo a Roma di 15 gradi ... 15 GRADI, (ma se po'?) il viaggio è proseguito con me in catalessi - ogni volta che viaggio in macchina sprofondo in una sorta di letargo catatonico da cui mi risveglio a fatica - e con la miciolina che mi faceva compagnia mollemente adagiata sui cappotti e sulla giacca a vento del naturalista. Preciso che la piccina non viaggia nel trasportino: quando vediamo che si agita troppo, resta fuori, sdraiata nei sedili posteriori ma ben assicurata a me tramite una sorta di guinzaglietto (eh lo so, ma serve quando scendiamo dalla macchina per farle fare un giretto) che mi permette di tenerla a freno se vedo che vuole andare nei sedili anteriori e soprattutto se vuole abbarbicarsi al naturalista mentre guida. E meno male che è vecchietta e non salta per la macchina. Quindi quando il naturalista è alla guida dell'automezzo la scena che si presenta è tipo quella di "Ambrogio" (il naturalista) che porta a spasso la "signora in giallo" (no, non la Lansbury ma la sottoscritta). Unico inconveniente: la sgnappoletta ha svomitazzato nel trasportino appena partiti - amooore dolce della mamma vieni qua che ti faccio uscire - e dopo sei ore e mezza di viaggio ha spisciarellato un po' sulla giacca a vento del guidatore :-) che non se l'è affatto presa ma, anzi, ha esclamato "santa bestiolina" ^__^
Appena arrivata alla magione sabauda si è subito fiondata a mangiare e bere come una maialina e a mettersi poi acciambellata sul letto per godersi le nostre coccole e farsi un bel sonno ristoratore.
Sulla Torino-Savona le prime avvisaglie della neve e giunti nelle campagne del pinerolese la neve si confondeva con la nebbia e a me 'sta cosa non è che mi faccia star tranquilla O___o
In questi giorni la connessione sarà scarsa ma mi impegno, prima della fine dell'anno, a concludere il resoconto del viaggio in Turchia e a postare almeno una ricetta. Magari vi dico che se semo magnati a Natale: interessa? ^__^
Un caloroso augurio ai miei tre_affezionati lettori_tre e a chi passerà di qui per caso restando rapito e stupefatto dalla bellezza di detto blog... vabbè, nun m'allargo.
Ciao belle gioie!!!

lunedì 14 dicembre 2009

Lord Ricuzzo's pizza


Diamo a Ricuzzo quel che è di Ricuzzo.
Questa super porcata che vedete in foto altro non è che la pizza che detto Lord della Colonnata ha preparato con le sue sante manuzze.
Facciamo chiarezza, però: l'impasto l'ha preparato lui ma la farcia ce l'ho messa io, e facciamo anche un passo indietro. Invitati una sera a desinare presso l'avita magione del Lord (avita, vabbè, palazzo d'epoca sempre è! ^__^) egli aveva fatto trovare a noi commensali una marea di impasto per pizza che prontamente abbiamo iniziato a farcire nel modo in cui più ci aggradava (???). Ma l'impasto era tanto assai e quindi, per non sprecare nulla, ogni ospite non ha fatto altro che prendersi un po' di impasto e portarselo a casa e per consumarlo nei giorni a venire. Io l'ho messo in freezer e pochi giorni fa l'ho utilizzato per preparare questa pizza che, devo ammettere, è piaciuta assai sia alla sottoscritta che al naturalista consorte mio!
The ingredients:

per la base pizza (così come Lord Ricuzzo ci ha tramandato la ricetta)
500 gr di farina
1 panetto di lievito di birra
250 ml acqua
1 cucchiaio d'olio
Si impasta bene il tutto e lo si lascia riposare fino a che non lievita per bene, poi con la pasta sì lievitata si cominciano a preparare le basi della pizza che si farciranno a piacimento

per la farcia
un po' di funghi champignon (fate vobis)
sale e pepe quanto basta
erbette fini (timo o maggiorana o financo origano)
olio e.v.o.
Si mondano e si affettano i funghi e poi si condiscono con un po' d'olio, sale, pepe ed erbette fini.
Si "spatasciano" sulla pizza e si inforna il tutto a 220° o anche di più o de meno (vedete un po' i vostri forni come funzionano)
Attenzione: i funghi sì farciti, quando cominceranno a cuocere, "emetteranno" acqua, tanta acqua, per cui di tanto in tanto è cosa buona e giusta dare un'occhiata alla pizza e cercare di togliere l'acquetta che si forma altrimenti si imbeve nell'impasto e insomma, non è che sia un bel vedere.
Dopo circa una mezz'ora ho "spatasciato" sopra la farcia un uovo


Nella foto si vede solo la parte di chiara che mi sono presa io, il tuorlo (ancora non ben cotto) l'ho lasciato al naturalista ^__^

Ho lasciato la pizza altri dieci minuti in forno e il risultato è quello che si vede nelle foto.
Veramente buona sia la farcia sia la base della pizza che non è risultata affatto pesante.
Lord Ricuzzo, prepara un'altra serata di session pizzaiola che mi son venute in mente un po' di farce strane da metter sulla pizza: sei d'accordo? ^___^
Cordialità
Gnam!

lunedì 7 dicembre 2009

Novità tolkieniane: dai cavalieri verdi alle falci che si spezzano














Eh sì, è da un po' che non aggiorno il blog con novità letterarie e in questo caso il periodo pare propizio poichè, librescamente parlando, sono usciti due interessanti volumi rispettivamente di poesia e di critica letteraria.
Il primo di tali volumi è "Sir Gawain e il cavaliere verde", poema medievale qui ripresentato per il pubblico italiano dalla casa editrice Edizioni Mediterranee sulla prima edizione curata e tradotta da J.R.R.Tolkien nel 1925 (e pare sia una rarità poichè ne esistono solo 2500 esemplari - grazie dell'informascion Orome); nel 1975 il figlio di Tolkien, Christopher, diede alle stampe il poema arricchito anche dalle traduzioni di due ulteriori poemi, "Pearl" e il "Sir Orfeo", sempre tradotti da Tolkien padre.
Il libro delle Edizioni Mediterranee riprende tutti e tre i poemi ma del primo, il Sir Gawain, recupera come base l'edizione del 1925 della Oxford University Press; la traduzione è stata curata da Sebastiano Fusco e la prefazione è di Franco Cardini. Il sir Gawain è un poema/romanzo del tardo XIV secolo scritto in medio inglese da un autore sconosciuto e in stile allitterativo. E che d'è?, si domanderanno alcuni di voi. Eh! Che d'è? O___o
Vediamo se riesco a spiegarlo, grazie anche ai potenti mezzi di Google e del "vocabbbolario" de casa. Si ha allitterazione quando due parole successive iniziano con gli stessi suoni (una lettera, una sillaba; ad esempio la frase "E caddi come corpo morto cade" è un'allitterazione). S'è capito? Nooo? Vediamo... Wikipedia ci informa che lo stile allitterativo "non si focalizza su un metro sillabico o sulla conta delle rime, ma si concentra sull'uso della ripetizione di un paio di sillabe poste all'inizio del verso, le quali terminano successivamente il verso stesso. E' chiaro? ^___^ e allora beccateve 'sto esempio in "pure tolkienian english":

"When the siege and the assault had ceased at Troy, and the fortress fell in flame to firebrand and ashes, the traitor who the contrivance of treason there fashioned was tried for his treachery" ... et bla, bla, bla.

Non sentite come vi si allittera la lingua al solo pronunciare the contrivance of treason there fashioned was tried for his treachery" *
Ah, che pazienza che ce vo'!
Lo poema narra di ser Gawain/Galvano e dell'eroica tenzone che dovrà affrontare dopo che un misterioso cavaliere tutto verde si presenta a Camelot e lancia una sfida: egli permetterà a chiunque di infliggergli un colpo d'ascia, senza opporre resistenza alcuna, a patto che lui - lo detto cavaliere - possa restituire il colpo a chi l'ha inferto esattamente dopo un anno e un giorno. Lo giovin Galvano accetta la sfida, "decolla" il cavaliere che però non muore ma, come in un film di Tim Burton, raccoglie la sua testa e rammenta a Galvano la promessa, quindi se ne va. La storia di Galvano è la classica quest medievale, ossia un viaggio alla ricerca, in questo caso alla ricerca del cavaliere per poter adempiere alla promessa data e poter dimostrare, così, il suo spirito cavalleresco e la sua lealtà. Per farla breve, Galvano parte alla ricerca del cavaliere, sarà protagonista di alcune avventure "piccanti" (la bella dama del castello tenta di sedurlo all'insaputa del marito, "quasi becco", ma nun je riesce) e finalmente giunge il fatal giorno in cui dovrà adempiere alla promessa. Giunto nel luogo convenuto trova il cavaliere verde pronto a restituire il colpo; in realtà il "quasi decapitatore" tenterà tre volte di spiccare la testa del giovin Galvano ma non lo farà, esiterà e si scoprirà lo motivo arcano: il cavaliere verde altri non è che il marito "quasi becco" - o forse no? O___O - della castellana porcellona, rimasto vittima di un sortilegio di Morgana la fata, nemica di Artù. I due cavalieri, chiarite le proprie posizioni, si lasciano di comune accordo ma Galvano vorrà indossare la cintura verde che la dama porcellona gli aveva regalato assicurandogli che l'avrebbe protetto da qualsiasi ferita - e che Galvano avevano indossato prima di affrontare la prova. Tale cintura sarò il segno della vergogna per l'incapacità di Galvano di mantenere la promessa con il cavaliere (voleva barare, in parole povere) e Artù decreta che da ora in poi tutti i suoi cavalieri dovranno indossare una cintura verde in onore dell'avventura vissuta da Galvano.
Come già anticipato, il romanzo fu scritto in un idioma assai complesso che Tolkien, però, grazie ai suoi studi filologici, riuscì a rendere comprensibile per le nostre orecchie e nel tradurlo in italiano si è cercato, per quanto possibile, di rispettare le scelte filologiche e di contenuto del prof. per poter mantenere l'andamento ritmico del poema/romanzo. A quest'opera sono state aggiunti altri due poemi coevi al "Sir Gawain", sempre tradotti dal prof. Tolkien, ossia "Sir Orfeo", una rivisitazione in chiave cavalleresca del mito di Orfeo all'inferno, e "Pearl", storia di un padre che perde la figlia - la sua perla - si addormenta e sogna di un giardino attraversato da un ruscello che fa da "spartiacque" tra il mondo terreno e il paradiso. Qui incontra una giovine (Pearl) che immagina essere la figlia perduta e con cui inizia un dialogo incentrato anche sui vari aspetti del peccato, della penitenza, della grazia e della salvezza e che li porta, poi, a parlare della Gerusalemme celeste, la città di Dio. Il padre vorrebbe recarvisi ma non è ancora pronto: può soltanto vedere da lontano la città e contemporaneamente una processione di anime sante. Preso da furor mistico si getta nel fiume per andare verso la città celeste ma si sveglia dal sonno e dal sogno, e si rassegna ad accettare la volontà di Dio, ossia la perdita dell'amata figlia.
Panf, panf, panf.... ho un po' d'affanno per tutto 'sto papiello. E non ho finito qui.
Se sinora si è parlato di cavalieri verdi, asce e promesse che debbono essere mantenute, ora il tenore della chiacchiera letteraria cambia registro poiché vado a presentare un volume la cui gestazione è durata un paio d'anni e vede come protagonisti alcuni miei amici tolkieniani conosciuti tramite il NG it.fan.scrittori.tolkien.
Il volume in questione è uscito da poco per i tipi della Marietti 1820 editore nella collana Tolkien e dintorni e si intitola "La falce spezzata - Morte e immortalità in J.R.R.Tolkien", a cura di Roberto Arduini e Claudio Testi. Il lavoro si propone di analizzare e approfondire in che modo e quanto le idee della morte e dell'immortalità abbiano influenzato il prof. e siano centrali nelle sue opere. Su tale tema esiste solo un volume dedicato a questo aspetto (Tolkien: sur le rivage de la Tierre du Milieu di Vincent Ferré, Christian Bourgois Ed., Paris, 2001) e qualche articolo sparso qua e là nelle pubblicazioni dedicate al "nonno" :-))
Il libro si articola in due parti Krònos e Logos e comprende i seguenti saggi:

Krónos
- Claudio Antonio Testi, Il Legendarium tolkieniano come meditatio mortis.
- Lorenzo Gammarelli, Ai confini del Reame Periglioso: morte e immortalità nelle opere brevi di Tolkien.
- Alberto Ladavas, L’errato cammino del sub-creatore: dalla Caduta alla Macchina rifuggendo la Morte.
- Simone Bonechi, Nei tumuli di Mundburg: morte, guerra e memoria nella Terra di Mezzo.

Lógos
- Franco Manni, Elogio della Finitezza. Antropologia, escatologia e filosofia della storia in Tolkien.
- Andrea Monda, Morte, immortalità e le loro scappatoie: memoria e longevità.
- Roberto Arduini, Tolkien, la morte e il tempo: la fiaba incastonata nel quadro.
- Giampaolo Canzonieri, L’invidia sbagliata. Analogie e contrapposizioni tra Elfi e Uomini sul tema del dolore.
- Claudio Antonio Testi, Logica e teologia nella tanatologia tolkieniana.
- Alberto Quagliaroli, Immortalità elfica come esperimento narrativo-letterario.

Tali informazioni sono state tratte dal nuovo blog dell'Associazione romana studi tolkieniani (linkato nella sezione "Tolkien") di cui alcuni miei amici ed anche autori dei saggi (ed anche l'illustratrice della copertina ;-) ) fanno parte. E' una realtà che va avanti da alcuni anni e che è approdata ora a questo bel risultato. Io non posso esimermi dal fare a tutti loro i complimenti e non solo auguro fortuna e prosperità per quanto iniziato, ma che questo sia il primo passo per una nutrita serie di altre iniziative portate avanti con competenza e bravura da un gruppo di fan del professore che si incontrarono all'incirca nove anni fa su Usenet e che a forza di frequentarsi... guarda che te combinano!
In gamba ragazzi, e permettetemi di dire anche che mi sento oltremodo "orgogliona!!!! ^__^
Ah non è questo il termine? Ma non è un'allitterazione?
Aiut, m'aggia 'a riprende!
E riguardo alle iniziative, nel futuro prossimo parlerò di un'iniziativa che si terrà nel maggio 2010, di un'altra che si terrà in agosto 2010 (ma di cui avevo già dato notizia tempo addietro) e di un'altra che si terrà addirittura nell'agosto 2012, e io e il naturalista ci siamo già iscritti! :-)))
Buonanotte "a tutti 'sti signuri incruatt" ... ma no, non c'entra una beneamata! :-))
Cicoria e buona lettura per chi vorrà cimentarsi!

_________
* J.R.R.Tolkien, Sir Gawain and the green knight, HarperCollins Publishers, London, 1995, pag. 17

martedì 24 novembre 2009

In Bitinia e ritorno - 2a parte

Lo stellone e la mezzaluna sventolano in cima alla fortezza bizantina di Iasos

Dunque... dove eravamo rimasti (qui la prima parte del resoconto). Ah sì, la fine del congresso di erpetologia segna la fine della nostra permanenza in quel di Kuşadası ma non certo la nostra permanenza in Turchia: il viaggio proseguiva con una mèta ben precisa: il Bafa Gölü ossia il lago Bafa (qui una spiegazione in turco per chi si vuol cimentare nella traduzione e qui una spieghescion in lingua anglofona).
Inizialmente si era deciso di affrontare il viaggio utilizzando gli autobus di linea, ma poi ha prevalso il buon senso e abbiamo affittato una macchina di modo che la mattina di sabato 3 ottobre abbiam preso congedo dalla cittadina marinara per dirigerci là dove nessun uomo è mai stato finora: vabbè con i dovuti distinguo, of course ^__^
Durante il viaggio abbiamo fatto anche alcune soste non solo dettate da necessità impellenti ma anche per "pascerci" delle antichità che la regione offriva. D'obbligo è stata la sosta alla cittadina greca di Priene, di cui abbiam potuto ammirare le vestigia e venire a conoscenza del fatto che Alessandro Magno ivi sostò durante l'assedio alla città di Mileto; ci mancava soltanto che vi ponessero la targa commemorativa - come tante ce ne sono qui nel centro di Roma in ricordo di "quel" patriota, "quel" musicista, "quel "pinco pallo" che tanto lustro hanno dato alla patria.
Qui di seguito alcuni scorci panoramici più significativi della cittadina:

Il tempio dedicato ad Atena

un naturalista a caso che con passo spedito e baldanzoso si appropinqua verso le colonne del tempio.

E questo graffito proprio di fronte al tempio, ma che d'è? Burla alla "Modigliani"? Mah? Io l'ho fotografato, hai visto mai che, invece, segnala la presenza degli ufo già al tempo di Alessandro Magno, ossia nel 300 a.C.?

Il paesaggio che si ammira dal tempio: signora mia, qui prima era tutto mare! ^__^

Il teatro


Particolare di una delle sedie poste attorno al "paloscenico", quindi in primissima fila, destinate ai notabili del posto


Il bouleuterion, tiè beccateve 'sta botta de "curtura"

Terminata la visita a Priene, il viaggio è proseguito verso la destinazione conclamata: il lago Bafa, non senza aver prima fatto una sosta in un campo di pamuk, ossia di cotone, chè la zona ne è piena.
Ecco un mirabile esempio di campo di cotone


Un'altra sosta carina l'abbiamo fatta nella cittadina di Doğanbey. E' una cittadina particolare perchè fu abbandonata quando ci fu lo scambio di popolazione turco/greca alla fine degli anni '20.


La cittadina, sopra alcuni scorci caratteristici, si trova all'interno di un parco nazionale di cui ora non mi sovviene il nome, e alcune sue case sono state rimesse a posto - come si può vedere dalle foto - e ora sono diventate dei piccoli hotel de charme o B&B, se è vero ciò che è riportato in questo sito
Ma ecco, la nostra mèta si annuncia: prima con uno "scorcino", da cui si intravede un fazzoletto d'acqua, e poi, piano piano il lago si distende davanti a noi - bè no, famo de lato sennò ce finivamo dentro - in tutta la sua maestosità. Capperi quant'è grande.
E vicino era anche il luogo ove avremmo soggiornato: il club Natura Oliva, delizioso, ahem come definirlo, coacervo di casine e casette che diradano verso il lago, gestito con teutonica efficenza da una signora "tetesca" con marito o compagno turco - nun s'è capito. Il posto è davvero carino perchè immerso nel verde, con la possibilità di prendere il sole proprio in riva al lago e farvi colazione

Immagini del lago dalle sponde del Club Natura e veduta del lago e di parte del "club" dal nostro "cottage"

ma ha un'unica pecca: ha la strada statale che passa vicino e quindi un po' di rumore si sente, ma è proprio minimo. Siamo rimasti due giorni al Bafa Gölü continuando i nostri giri da turisti fai da te e visitando altri siti storici come il tempio di Apollo Didimeo che si trova a Dydyma, of course, e fra le cui vestigia abbiamo trovato una micetta veramente graziosa e coccolina che si avvicinava senza timore alcuno per farsi coccolare e giocare con noi: birillinaaaa! Ecco alcuni momenti dello svago micesco.

Qui invece leggo assorta cosa c'è scritto nella stele ma ci capisco poco o niente: chi sa il greco antico si faccia avanti (no aspetta, il nome Settimio Severo l'ho sgamato, vero? vero? ^__^)

Il tempio di Apollo è veramente imponente e rende l'idea di cosa poteva esserci in quella zona quando era periodo di pellegrinaggi verso il tempio per avere un responso: alcuni scorci e alcuni dettagli delle colonne



La giornata, iniziata con un tempo un po' balordo e una pioggerellina insistente, è gradatamente volta verso il sereno mentre da Didima scendevamo verso la costa per andare a visitare un'altra area archeologica stavolta scavata da italiani (sia Priene che Didima sono state scavate dai tedeschi): Iasos. Anche qui sono presenti: il teatro, il foro, il tempio, resti di abitazioni;


andando verso la cima della collina, oltre a costeggiare il mare e i resti di quello che era l'approdo al porto, costruito però verso il XIII-XIV sec. d.C.,


troviamo i resti di una fortezza bizantina dominata dallo sventolio incessante della bandiera turca.


Vicino alla fortezza, però, altri resti di epoca romana con ciò che rimane di una villa e soprattutto dei suoi pavimenti a mosaico.
Rientrati al Club - piccolo inciso: se magna benissimo, la colazione a buffet, offerta sulle sponde del lago, e la cena anch'essa a buffet erano veramente qualcosa di spettacolare, soprattutto la cena, con il contorno di mici e micetti che facevano la questua per avere un boccone di pane: profittatori - il naturalista ha deciso che la sera doveva essere dedicata alla scoperta delle meraviglie della natura e quindi, dopo cena, e armati solamente di una torcia (al Club Natura non abbonda la luce artificiale la sera, c'è solo quella che offre la luna quando è nei suoi quarti e interi migliori e quella di piccole lampadine che non è che illuminino a giorno, ma così è più romantico, meno inquinante e risparmioso) e di una macchina fotografica siamo andati alla ricerca di rospi e gechi e questo è ciò che abbiamo trovato


Che cariniiii! Non chiedetemi...anzi, no, aspetta che lo chiedo al naturalista: a sinistra un rospo smeraldino a destra un geco in procinto di mangiarsi la farfallina! ^__^
Dopo questa serata all'insegna del pericolo, via a nanna poichè l'indomani la sveglia sarebbe suonata presto: dovevamo tornare a Kuşadası a restituire la macchina presa a noleggio e imbarcarci, stavolta, nel viaggio in pullmann verso Bursa.



Eccomi che, come un sol elemento (io, l'albero di olivo e la bandiera turca: ahò manco a fallo apposta. Ce ne siamo accorti dopo aver scattato la foto che si era formato un sol asse fra i tre elementi), indico la mèta della nostra prossima tappa turca!
Ma questa sarà un'altra storia. Sbonk!
Forse la terza parte vedrà la luce a Natale: avete pazienza? ^___^

lunedì 23 novembre 2009

La azdora


Che non è una malattia o l'errata trascrizione di red zona o quel che si può pensare: in Romagna ella è la reggitrice della casa, la colonna portante della famiglia (e in questo link la spiegazione completa di ciò che è e fa detta massaia) e io ieri, in qualità di adzora autonominatami, ho pure preparato dei ravioli e turtelen stendendo la sfoglia a mano. E' che non mi andava di tirar fuori la macchina per fare la sfoglia e quindi mi son detta "ma se ci riusciva la mia nonna perchè non ce la posso fare anch'io? Faccio sfoglie piccole, mica quelle enormi che l'iconografia ufficiale relativa alla pasta fatta a mano ci ha tramandato?" E quindi... tadaaaa!!!!
Ecco la "adzora" de Centocelle in tutto il suo splendore, e nel rifugio del cucinino, mentre prepara i ravioli per il naturalista. Perchè solo per lui? Perchè li ho fatti ripieni di carne. E te credo: il giovine invita tre giorni fa un suo amico apiario e prepara per cena polenta con della carne mentre a me riserva un bel piattone di formaggi fra cui l'intoccabile, inguardabile e inodorabile "Cabrales", el queso asturiano che al solo guardarlo diventi verde pure te come lo è il formaggio sunnominato, però è buono ^__^ Se preso a piccole dosi e condito con del buon miele come quello che l'amico apiario del naturalista aveva portato, allora sì che si mangia bene. Il quantitativo di polenta e carne preparato, tuttavia, era tale che poteva sfamare altre tre persone per cui: la polenta avanza e ce la mangiamo nei giorni a venire, la carne pure ma se la magna solo lui. Dopo un paio di giorni in frigo decido che bisogna fare qualcosa altrimenti andrà tutto buttato, e sprecare il cibo, seppur carneo e soprattutto già preparato non è che mi rallegri per cui... ci fo il ripieno per i turtelen! E dunque nel tritatutto pongo: la carne, un buon quantitativo di grana grattugiato, una mezza noce moscata grattugiata, un uovo, un po' di sale e pepe e faccio frullare il tutto. Viene fuori una pappetta che utilizzerò per il ripieno. Il resto è storia: preparata la sfoglia (due etti di farina e due uova, ho lavorato la pasta per almeno una decina di minuti, qui i momenti clou della preparazione)



pongo su di essa piccoli mucchietti di ripieno, ripiego la sfoglia e con l'apposito attrezzo la taglio in rettangolini. Alcuni di questi mi vengon più quadrati e li uso per fare pochi tortellini.
Ecco il frutto delle "sudate" (ma anche no) mani:



Li avete contati? Sono 75 ravioli e 14 turtelen!
Ah e mi è anche avanzata una sfoglia per preparare i quadrucci da fare in brodo che abbiamo mangiato la sera stessa! Gnam!
I ravioli e il turtelen li ho cosparsi di farina, li ho lasciati un po' asciugare e poi imbustati in tre pacchettini da freezer e messi, appunto, nel freezer pronti per essere preparati più con un condimento sugoso che in brodo. Vedremo il naturalista che dirà!
Ad maiora!

Ma ieri....



fanno tre anni che la piccola Tabatuga è entrata nella vita mia e del naturalista...
Bestiolina santa, ti vogliamo tanto bene e ti riempiamo di coccole e cibo e coccole da mane a sera: che vuoi di più dalla vita? No, il lucano non te lo dò! ;-)
Baciottini sparsi piccola pelosina!
P.S.: vengo a sapere che anche MG s'è presa _ieri_ una gatta: ma il 22 novembre è giorno foriero di mici? ^__^
Brava MG!!!!

venerdì 20 novembre 2009

Vi è mai capitato...

di entrare più volte nel vostro blog, sentire il desiderio di scrivere qualcosa, e invece nulla, rien, tabula rasa. Il deserto dei tartari era forse più affollato!
Mi sembra di non avere mai tempo, peggio del BianConiglio, eppure parmi che la mia vita non sia cambiata moltissimo da tre anni a questa parte, ossia da quando ho iniziato a scrivere 'o blogghe.
Boh?
Ma la stanchezza, non fisica, forse più mentale o psicologica, la sento tutta: ma perchè poi?
Boh?
Eppure cosine carine da scrivere ne avrei...
Boh?
Salutammo.

domenica 8 novembre 2009

E tanti auguri ai piccoli nipotini

Oggi il piccolo nipotino sabaudo compie tre anni! Capperi come passa il tempo! O__O
Ma ha compiuto tre anni il 4 novembre scorso anche il nipotino "brittannico"! Ahò, ma ve siete messi d'accordo?
Cari i miei bimbi, tanti auguri e bacini dagli zii e da Tabatughina.
MEEOOOOWWW
^___^

sabato 31 ottobre 2009

Samhain, Halloween e Tutti i Santi

(immagine tratta dal sito http://www.victoriafrances.es/images/galeria/24-09-2008_1864088400.jpg)

"When shall we three meet again
in thunder, lightning or in rain?* [cit.]
(...)
Well I can do next Tuesday"** [cit.]


Cari tutti,
buon quello che vi pare! ^___^
Per chi ci crede questa è la notte in cui il velo fra mondo di qua e mondo di là si assottiglia e diventa impalbabile, attraversabile; per chi non ci crede sarà un'occasione per strafogarsi di dolci e di zucca, per travestirsi o per non fare nulla di quanto scritto perchè: "E' una festa pagana e per giunta puro americana, cosa ha a che fare con noi italiani?".
Informatevi! ^____^
Riporto, da una pagina di facebucco, le vere origini di Halloween: essa non è una ricorrenza "americana" ma europea, anzi celtica dato che a Samhain i celti festeggiavano una sorta di capodanno per propiziarsi il raccolto e per pregare i defunti. Altre festività importanti del calendario celtico erano Imbolc (1° febbraio) che segnava il culmine dell'inverno, Beltane (1 ° maggio) che segnava l'inizio della parte luminosa dell'anno e Lughnasadh (1° agosto) quando si festeggiava il raccolto. L'usanza di svuotare una zucca e accenderla deriverebbe dall'antica usanza celtica di accendere, per quest'occasione, dei fuochi nei boschi usando delle rape. Quando gli irlandesi emigrarono in terra americana sostituirono le rape con le zucche perchè più facili da accendere.
In Sicilia ancora oggi, per la ricorrenza dei morti, le famiglie usano preparare dei dolcetti - le cosiddette "ossa di morto", preparàti anche in altre località d'Italia con nomi simili o diversi, come ad esempio "Fave dei morti" a Perugia - una piccola parte dei quali vengono lasciati a disposizione per le anime dei defunti mentre i bambini, la mattina del 2, ricevono regali dai "morti".
E voi ... che farete questa notte?

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* Si ringrazia William Shakespeare, "Macbeth", atto 1, scena 1
** Si ringrazia Terry Pratchett, "Wyrd Sisters", trad. it. "Sorellanza stregonesca"

venerdì 30 ottobre 2009

Festival in the Shire


E' da parecchio che non scrivo qualcosa di tolkieniano o affine, non perchè manchino le argomentazioni, tutt'altro, è che sono pigra. ^___^
Tuttavia, questa notizia non posso non diffonderla di modo che coloro che fossero interessati si possano muovere per tempo e adottare i provvedimenti del caso.
E ma capperi, di che sto parlando?Ma della: Festa nella Contea, manifestazione tolkieniana che si terrà ad agosto del prossimo anno e i cui dettagli organizzativi e programmi e location sono visibili a questo URL www.festivalintheshire.com.
Il tema portante della conferenza sarà "Welsh influences in the works of J.R.R. Tolkien" che tradotto, se il mio inglese non si è arrugginito troppo, dovrebbe significare "Le influenze della lingua gallese (e di tutto ciò che può ruotarvi intorno come la letteratura) sulle opere di Tolkien".
"Come?" - direte - "è troppo presto!" Ah, stolti, non sapete che quando i tolkieniani si muovo sono peggio dei lemmings? Si muovono in massa e tendono a colonizzare qualsiasi luogo nel quale si stia svolgendo una manifestazione a tema tolkieniano. Preparatevi, altrimenti non si troverà un buco libero per il pernotto! ^__^
Per farvi un esempio, io e il naturalista - quando ancora ci conoscevamo appena e ciacolavamo fra noi solo tramite internet - garantimmo, nel lontano 2002, la nostra presenza a Birmingham agli organizzatori di Tolkien 2005, per dire. Ora, il programma della conferenza che si terrà dal 13 al 15 agosto 2010 parmi interessante, anche per la presenza di illustri studiosi del mondo tolkieniano, la cui fama era già nota ai tolkieniani più sfegatati ancor prima che il film sulla trilogia dell'Anello non generasse orde di fan che sapevano recitarti a memoria interi passi di LORT (uh bella, io conosco almeno un paio di persone che sono fan di lunga data che ti sanno dire, da poche parole estrapolate dal libro, di che volume e capitolo si tratta! ^___^).
Qualche nome dei partecipanti? Thomas Alan Shippey, docente di letteratura medievale, ora in pensione; insegnò per un certo periodo tale materia nella stessa Università in cui insegnò Tolkien, l'università di Leeds, e come Tolkien frequentò la King Edward's School di Birmingham. Ha scritto diversi saggi riguardanti le opere del "professore" fra cui ne ricordo due che sono stati tradotti anche in italiano (e in uno di questi compaio anche io fra i traduttori ... che sborona! ^__^ Ahò, un minimo di autoincensamento ci vuole sempre) ovverossia "The Road to Middle-earth", tradotto in italiano dalla Marietti 1820 con il titolo "La via per la Terra di Mezzo" e "J.R.R. Tolkien: author of the century", edito in italiano dalla Simonelli con il titolo "J.R.R. Tolkien autore del secolo". Sono dei bei mattoncini, ma per chi è appassionato sono delle belle letture ... impegnative.
Altri nomi "celebri" che hanno dato la loro adesione all'evento: l'illustratore Ted Nasmith, John Garth, Verlyn Flieger, Colin Duriez, Douglas A. Anderson, che scrisse "Lo Hobbit annotato", in pratica scrisse le glosse allo Hobbit di Tolkien e vale la pena leggerlo.
Il congresso si terrà nella cittadina gallese di Machynlleth, nel palazzotto/castelletto di Y Plas appartenuto al marchese di Londonderry: ahò!
La "location" parmi buona, gli interventi pure, una puntatina in Galles non fa mai male perchè penso sia un bel paese da visitare e quindi... venghino siori venghino. Accorrete numerosi e andate sul sito dell'evento per maggiori dettagli.
Ho parlato (anzi scritto) ... AUGH!

giovedì 29 ottobre 2009

Pasta e salvia


Si torna a casa tardi la sera dal lavoro, e quando apri la porta e senti solo "Meeeooowww" e null'altro - piccinaaaa, sono io ciuffolina; eccomi pissi frissi che non sei altro. Hai fatto la brava? Miciolina del mio cuooooreeee, ora ti dò la pappa ^___^ - , e sai che non c'è nessuno, invece, che prepara la pappa a te perchè il "nessuno-naturalista" se n'è "gghiuto" in Marocco :-((, devi quindi prepararti qualcosa da mettere into 'o stommaco se non vuoi andare a letto senza cena e rischiare di svegliarti la notte con i morsi della fame. Però... però... tornare a casa fra le 21.30 e le 22.oo, dopo una giornata di lavoro, e doversi preparare da mangiare, insomma a me talvolta me passa la voglia. Tuttavia, poichè è importante non saltare i pasti e cercare anche di non mangiar schifezze, la scorsa sera che mi sono inventata? Frulla che ti rifrulla ecco la ricetta: pasta, parmigiano e salvia.

Ingredienti
70 gr. di pasta corta - o lunga, fate vobis
qualche foglia di salvia fresca (denghiù Lord Ricuzzo!!!)
un po' di grana o parmigiano da grattugiare
olio evo q.b.
pepe e sale

Si mette a cuocere la pasta in acqua leggermente salata e nel frattempo si pulisce la salvia e la si sminuzza ben bene; si grattugia il parmigiano e, quando la pasta l'è cotta, la si scola ma facendo attenzione affinché rimanga un po' di liquido di cottura 'acciocchè' :-)) mescolandosi con l'olio, ma soprattutto con il parmigiano grattugiato, formi una sorta di cremina che avvolge completamente la pasta in un sensuale abbraccio, reso frizzante da una spruzzata di pepe e dalla salvia sminuzzata che avrete aggiunto e mescolato alla fine, così la pasta prende sapore ... gnam!
Ahò, a me è piaciuta. L'ho accompagnata con una piccola insalatina, ché un po' di verdura fresca ci sta sempre bene.
Salutammo io vado a bermi una tisana
Sayonaraaaaa! -______-

martedì 27 ottobre 2009

In Bitinia e ritorno - 1a parte

(visuale dalla camera d'albergo a Kuşadası)

Sulla scia di commenti entusiasti ^___^ e di anelanti attese, ecco che vado a incominciare la stesura del diario di viaggio turco.
Dal 2005 a oggi è il terzo viaggio che il naturalista ed io effettuiamo in Turchia.
Periodo: 27 settembre - 11 ottobre 2009
Località visitate: Kuşadası (si pronuncia Kusciadas(e) poichè la i finale, che non ha il puntino, è una vocale che non si pronuncia e che ha un suono quasi gutturale tra la 'e' e la 'i' un po' trattenute), il "Bafa gölü", Cumalıkızık (si pronuncia "Giumal(e)k(e)s(e)k"), Bursa e Istanbul.
Prima di addentrarmi nella narrazione vorrei solo dare delle piccole nozioni sulla lingua turca perchè ritengo importante scrivere i nomi dei luoghi visitati seguendo la grafia turca e dando anche delle dritte nella pronuncia che poi non è così difficile, è solo molto agglutinante ^__^.
Attenziòn, la lingua non è arabo, come ho sentito da più parti, ma appartiene al gruppo uralo-altaico ed è imparentata con la lingua finlandese, ungherese, mongola, uzbeka; di arabo aveva soltanto la grafia dell'alfabeto che, con la riforma del 1928 di Mustafà Kemal Atatürk, venne sostituito con quello latino e l'idioma venne anche depurato da alcune parole arabe e persiane che erano entrate nel linguaggio comune durante l'Impero ottomano. Grazie alla nuova ortografia, tutti i vocaboli si leggono come si scrivono ma un minimo di difficoltà si incontra nella pronuncia poichè vi sono alcune lettere che per noi italiani possono trarre in inganno.
Esempio: l'alfabeto si compone delle seguenti lettere:
a b c ç d e f g ğ h ı i j k l m n o ö p r s ş t u ü v y z.
Le lettere a cui dobbiamo prestare maggiore attenzione sono:
la ç - che si pronuncia come in "ciao", mentre la c turca è più vicina a una g
la ğ - che non si pronuncia affatto ma allunga la vocale che la precede (quindi il nome del primo ministro turco Erdoğan non si pronuncia "Erdogan" ma "Erdohan", la g nun se deve sentì)
la g - che si pronuncia come in "gatto"
la ı - che, come già detto, non si pronuncia, è una vocale gutturale a metà strada fra la i e la e
la j - che ha un suono simile allo "you" inglese ma anche a "ja" in tedesco
la ö - da pronunciarsi come una o stretta (un suono tra la o e la u)
la ş - da pronunciarsi "sc" come "sciocchina"! (mentre la s turca è più vicina a una s sorda di "rosa")
la ü - che ha un suono simile a "iu"
la z - che ha un suono simile a una zeta dolce, non molto marcata
Spero di aver scritto tutto bene!
Ma iniziamo la prima parte del viaggio!
Antefatto: la piccirilla, la stellina di casa, la reginella, Tabatuga insomma, doveva trovare una sistemazione acconcia, visto che per due settimane avrebbe fatto a meno delle nostre coccoline e attenzioni; la scelta ricadde sulla splendida MG che, insieme alla mamma, non hanno fatto mancare nulla alla piccolina e, anzi, si sono talmente affezionate alla stellina/luce dei miei occhi che al nostro rientro volevano organizzare una fronda non permettendoci di entrare in casa loro... sigh! Scherzi a parte, ringrazio MG e la sua mamma per aver "accudito" Tabatughina per queste due settimane di nostra assenza, e parmi anche che la miciottola abbia risposto molto bene all'accudimento! ^__^
Si parte!
Domenica 27 settembre ci avviamo verso l'aeroporto di Fiumicino con largo anticipo: abbiamo il volo alle 10.30 per Istanbul e la giornata si presenta tersa e cristallina. Ma Istanbul non è la méta del nostro viaggio, ma solo un passaggio verso il sud della Turchia verso Kuşadası, amena località turistica vicino Izmir (Smirne) perchè il naturalista ha da partecipa' al 15° congresso europeo di erpetologia, con tanto di poster da esibire e intervento da presentare: WOW!!!!
In questa pagina le foto del congresso scattate da un membro dello staff. Ci siamo anche io e il naturalista e vi sfido a trovarci; bè, chi ci conosce ci riconoscerà, per chi non mi conosce dico solo che ho i capelli rosso mogano e in una foto appaio addormentata! ^___^
Quanto era interessante il congresso, eh? ^___-
Arriviamo a Istanbul che sono le 13 ora locale (la Turchia è un'ora avanti a noi) e ci smazziano sette ore di attesa in aeroporto poichè prendiamo l'aereo per Izmir solo alle 20.00 O____o
Ronf, ronf, ronf e nel frattempo guarda la varia umanità che popola gli aereoporti e gira per i negozietti (pochini nell'area dei voli domestici) e siediti nelle comode panchine e ronf, ronf, ronf.
Arrivata la sera riprendiamo l'aereo che dopo un'ora circa atterra a Izmir e da lì, non paghi dello smazzamento, con borse e valigie e il "poster", che ci seguirà per tutta la vacanza, delle dimensioni, mi pare, di 70 x 120 e su cui era riportata una ricerca che il naturalista e altri suoi colleghi avevano compiuto sul "canto dei rospi", prendiamo un taxi che ci porta a Kuşadası. A me, stanca e digiuna, già eran partite le trombe e ho cominciato a tartassare il povero naturalista chiedendo: "E adesso? E quanto ci verrà a costare questo trasferimento? Ci costerà più che da Roma a Istanbul! Ecco, e non potevamo contattare la società di taxi che ci aveva consigliato una nostra amica turca!" (e che avremmo rivisto al congresso) e menate varie con il povero naturalista che cercava di tranquillizzarmi. In effetti, Izmir-Kuşadası non è che sia vicinissimo, sono almeno un centinaio di Km, ma il tassista viaggiava abbastanza spedito e siamo arrivati dopo circa un'ora nell'amena cittadina (e con 140 lire turche in meno, pari a circa 70 euro) ma non prima di esserci "persi" per trovare il nostro hotel che, a quanto pare, il tassista di Izmir non conosceva ma neanche i tassisti locali avevano idea di dove fosse: annamo bene!!!
L'hotel, infatti, è una struttura inserita all'interno di una scuola superiore per il turismo, il suo nome occidentale è "Coral Hill" ma quello turco è Kuşadası Anadolu Otelcilik ve Turizm Meslek Lisesi Uygulama Birimleri (no la traduzione non la fo), qui una simpatica galleria di foto dell'hotel in questione. I prezzi sono veramente mooolto convenienti rispetto ad altri hotel del luogo come il Sea Light ove si teneva il congresso e che distava un tiro de schioppo dal nostro!
Ma come è andata la prima settimana di permanenza in suolo turco? Molto bene. Per il naturalista le giornate erano improntate primariamente a finire la relazione che doveva presentare e frequentare il congresso e i convegni, io, invece, mi dividevo fra il congresso (qualche volta l'ho seguito ...zzzzzzz .... ehm, no volevo scrivere "O quante cose si imparano!" ^__^), i pisolini pomeridiani cullata dal suono del mare che entrava dalla finestra della stanza d'albergo lasciata semiaperta - ahò c'avevo un sonno - e le passeggiate per Kuşadası paese. Il paesino il cui nome significa "Isola degli uccelli", pare per la forma della penisola ove la cittadina si è sviluppata, custodisce ancora qualche vestigia del suo passato, - anche noi italiani abbiamo lasciato dei segni del nostro passaggio grazie ai veneziani, che ribattezzaro il luogo "Scala Nuova", ma è soprattutto il bazaar "trappola per turisti" che attirava la mia attenzione finendo per diventare un piacevole diversivo in cui si gironzolava bene. Per arrivare in centro prendevo il dolmuş, per la modica cifra fissa di due lire turche pari a quasi un euro, che partiva proprio sotto il nostro albergo, molto comodo. La caratteristica dei dolmuş è che sono una sorta di taxi collettivo, in pratica dei pulmini che hanno un percorso prestabilito (un po' come gli autobus) ma che puoi fermare anche fuori delle fermate a loro dedicate, almeno a me è successo così, e anche per scendere basta far capire all'autista che devi scendere in un determinato punto (se non sei turco e non padroneggi tanto la lingua l'unica cosa da fare è battergli sulla spalla e dirgli "stop", parola internazionale e capibile,soprattutto in un posto turistico dove la presenza di inglesi e tedeschi è notevole), lui si ferma e sbank! "fura 'e ball" ^__^
La prima settimana è, dunque, passata abbastanza velocemente e il 2 ottobre il principe ranocchio ha presentato la sua dissertazione ottenendo un discreto ascolto e interesse!
Ma la vacanza non era ancora finita, anzi stava per cominciare: Il Bafa gölü, Bursa e Istanbul ci aspettavano e noi eravamo pronti alla conquista!
Termino qui questa prima parte del viaggio promettendo che sarò più celere e solerte nel postare la seconda parte. A breve anche qualche foto!
E' probabile che tale post subisca dei cambiamenti sia per l'immissione di foto che per ricordi che si palesano improvvisamente e che ritengo interessanti da scrivere e lasciare ai posteri.
Che fortunelli siete!!!! ^___^