giovedì 25 settembre 2008

In nome del papa re

(Immagine tratta dal sito: http://www.bloopers.it/index.php?pagina=film&id_errore=57140#)


Chi non ricorda questo bel film di Luigi Magni ambientato nella Roma papalina dell'800?
A nun ve l'aricordate? Ve l'aricordo io!
Il film basa la sua storia su un evento realmente accaduto: l'ultima condanna a morte avvenuta nello Stato pontificio (novembre 1868) di due "rivoluzionari", Monti e Tognetti, rei di aver fatto saltare in aria una caserma di soldati francesi che l'imperatore Napoleone III aveva inviato a difesa del Papa. Su questo fatto di cronaca vero Magni, supportato da un attore come Nino Manfredi, qui nella parte di un monsignore che si adopererà, invano, per il salvataggio dei due sventurati, costruisce una storia a latere che vede come protagonista il Manfredi e una contessa, il cui figlio aveva fatto parte della squadra che aveva "assaltato" la caserma. La contessa perora la causa del povero figliuolo ricordando al monsignore che il giovine è anche figlio suo, frutto di un fugace incontro di anime una ventina d'anni addietro ^__^. Il Manfredi monsignore riesce a far liberare il ragazzo, ma prende a cuore anche la situazione degli altri due rivoluzionari incarcerati (il Monti e il Tognetti, quest'ultimo interpretato da un giovanissimo Ron, sì il cantante). Nell'arringa di fronte al tribunale ecclesiastico cercherà di intercedere a loro favore, ma senza risultato alcuno. I due verranno giustiziati in piazza dei Cerchi (praticamente in fondo al Circo Massimo, dove c'è la Bocca della Verità) mentre il giovanotto liberato verrà ucciso dal marito della contessa, avendolo scambiato per il "giovine amante" della moglie; tutto 'st'interessamento da parte della contessa 'u curnutaz.. - ahem - il marito non se lo spiegava davvero. E il nostro monsignore? Avendo pronunciato un discorso rivoluzionario davanti al tribunale ecclesiastico verrà arrestato su ordine del "papa nero" (il superiore generale dei gesuiti, così definito perché resta in carica a vita e perché veste di nero) e il film finisce. :-[[
Bello, bello, bello per la maestria con cui Luigi Magni ha saputo ricostruire la Roma papalina e per la scelta degli attori, in primis un Nino Manfredi che, secondo me, è proprio a suo agio nell'interpretare il monsignore. Ma la coppia Magni-Manfredi aveva già avuto occasione di lavorare insieme in un altro film, precedente a "In nome del papa re", ambientato sempre nella Roma papalina del 1825; sto parlando di "Nell'anno del Signore" e anche qui viene utilizzata una vicenda realmente accaduta, e simile a quella di Monti e Tognetti, per descrivere la vita dei popolani romani, soprattutto ebrei, sotto il papato. In breve, due carbonari, Targhini e Montanari (ahò, ma s'erano messi d'accordo? Tutti e quattro i rivoluzionari hanno il cognome che inizia per T e per M) hanno ucciso un loro familiare reo di voler svelare i segreti della Carboneria. Vengono processati e ghigliottinati in piazza del Popolo, e ancora oggi, a sinistra di Porta del Popolo, quella che dà verso la via Flaminia e il Muro Torto, sul fianco della caserma dei carabinieri c'è una lapide in memoria dell'esecuzione dei due carbonari. Parallelamente a questa storia c'è quella di fantasia che vede come protagonista un ciabattino ritenuto analfabeta, ma sotto le cui "suole" si nasconde la voce della libertà: Pasquino, qui interpretato, sempre magistralmente, da Nino Manfredi.
Insomma, i due film sono una vera goduria e fanno parte di una trilogia sulla Roma papalina che si conclude nel 1990 con il film "In nome del popolo sovrano", sempre con la collaudata coppia Magni-Manfredi. Altro che "Il sangue e la rosa" che stanno proponendo in questo periodo e di cui non sono riuscita a vedere neanche dieci fotogrammi in sequenza per quanto è inguardabile.... aridatece Magni e Manfredi!!!! Nei loro film sì che venivi trascinato nella Roma papalina e ti sembrava anche che i personaggi scelti per interpretare il monsignore, il carbonaro, la contessa, la popolana, il frate non fossero attori ma persone dell'epoca che, per mezzo di un miracoloso prodigio, si materializzavano per farti vivere, con loro, quanto accadeva nei bei tempi andati".
Ma tutta 'sta concione per quale motivo?
Ma per introdurre questo piatto:



Le monete del papa (a me a Perugia li hanno venduti con questo nome) alias fagioloni tipo "bianchi di Spagna" ma che bianchi non sono e che ho cucinato in umido, in modo molto semplice.
Ho messo a mollo per 24 ore una bella manciata di "monete del papa", indi le ho sciacquate e le ho messe a cuocere per un paio d'ore con un po' d'acqua, un po' di salsa di pomodoro avanzata da una precedente preparazione, un po' di cipolla, un po' di erbette fini (rosmarino, timo), sale, olio e un pò di pepe.
La cottura a fuoco lento per un paio d'ore è necessaria perchè il fagiolone ha bisogno di cuocere per intenerirsi ^___^ e perchè così il sughetto si restringe per bene e ci si può pucciare il pane!
Nessun effetto collaterale l'indomani! ^_______________^



martedì 16 settembre 2008

Cuoricini di semolino



Semplici semplici questi cuoricini.
Si cuoce il semolino in un po' di acqua calda e latte (le dosi le faccio a occhio, sorry). Quando acqua e latte cominciano a sobbollire, si versa il semolino e si gira piano piano e si aggiusta di sale. Poi, un pò come per la polenta, si continua a girare per una ventina di minuti. Un paio di minuti prima di togliere il semolino dal fuoco ho aggiunto un tuorlo d'uovo e una generosa manciata di grana grattugiato fresco.
Gira, gira, gira, al termine della cottura ho steso il pappone su una spianatoia, ho lasciato che freddasse e poi, con uno stampino per biscotti, ho ricavato i cuoricini.
Vi ho poggiato un pò di salsa di pomodoro precedentemente preparata con dei san Marzano per condire un pò di pasta, li ho accompagnati con delle zucchine trifolate et voilà!
La pappa è pronta.

lunedì 15 settembre 2008

Era una notte buia e tempestosa....

Immagine tratta da http://splashscuola1.altervista.org/esercizi/3-halloween-problemi.shtml

Solitamente il sabato sera è dedicato allo svago, al convivio, alle riunioni crapulesche con amici, allo sballo sfrenato (ma su quest'ultimo punto non mi ritrovo affatto), insomma a tutto ciò che sia sinonimo di "joie de vivre". Ebbene, con un naturalista al fianco il sabato sera come lo impieghi?
Ma a caccia di pipistrelli, of course!
Vengo a spiegare.
Sabato scorso si è svolta la serata europea dei pipistrelli, la Bat Night, per sensibilizzare un po' l'opinione pubblica sulla sorte di questi piccoli mammiferi, ancor oggi additati alla pubblica gogna e ad essere negletti e scacciati per sciocche superstizioni che faticano ad essere 'erase' dalla mente umana.
La serata si è svolta nel paesino di Castelgiorgio, vicino Orvieto, e ha visto protagonisti alcuni naturalisti sensibili al problema della conservazione dei chirotteri.
Le prime Bat Nights si svolsero in Polonia e in Francia,sindal 1997, e a tutt'oggi tale evento viene organizzato sotto il patrocinio dell'Agreement on the conservation of population of european bats il cosiddetto BATS (www.eurobats.org).
Ecco la locandina


Durante la serata ho così potuto apprendere:
* come costruire delle simpatiche "bat box", ossia le casette per i pipistrelli (grazie alla naturalista Silvia Carletti che ha aiutato i bimbi presenti a costruire delle bat box da portare poi a casa... la voglio pure ioooo); tali rifugi aiuterebbero i piccoli mammiferi a trovare un posto sicuro dove poter riposare e svernare. Sul sito del museo di storia naturale dell'università di Firenze e del GIRC (Gruppo italiano ricerca chirotteri) maggiori informazioni in merito.
* Sono state date informazioni generali sul pipistrello e sul perchè bisogna proteggerlo (grazie al naturalista Cristiano Spilinga). Io le riporto come le ho annotate e se ci dovessero essere degli errori me ne scuso con il relatore; le informazioni sono le seguenti:
** il nome chirottero deriva dal greco cheiros ossia mano e pteron - ala, e ciò che noi pensiamo siano ali in realtà sono "zampe" modificatesi nel tempo, zampe palmate, per così dire, che permettono al pipistrello di volare.
** sono suddivisi in due grandi gruppi: megachirotteri, più diffusi nelle regioni tropicali e con abitudini mangerecce tendenti al frugivoro... se magnano la frutta. Raro il caso che si attacchino ad un animale e "gli succhino" via tutto il sangue. Forse una leccatina, ma nulla più. L'altro gruppo è quello dei microchirotteri, presenti in Europa e con tendenze mangerecce insettivore.
** solo in Italia sono presenti 35 specie di pipistrelli a fronte di 45 in tutta Europa! Sorbole!
** i chirotterini sono esserini molto delicati, fragili, leggeri - guardate che amore questo qua:


Immagine tratta da http://www.infozanzare.info/ricerca.php

ma che sviluppano molta energia durante il volo, basti pensare che il loro battito cardiaco passa dai 10-16 battiti al minuto durante l'ibernazione invernale agli 800 battiti durante il volo O___O
** emettono ultrasuoni dalle narici e dalla bocca per individuare ostacoli e prede e le onde riflesse vengono captate dai padiglioni auricolari.
** sono alquanto longevi. E' stato citato il caso di un pipistrello a cui venne messo un braccialetto di riconoscimento 40 anni fa e, trascorso questo tempo, venne ritrovato bello vivo e pimpante!
** non sono uccelli nè roditori.
** non sono ciechi, ci vedono bene ma tendono ad usare molto il sistema ad ultrasuoni che madre natura ha donato loro, e c'azzeccano sempre!
** non si attaccano ai capelli, anche perchè con il raffinato sistema di ultrasuoni che usano per catturare insetti grandi quanto un mignolino, se non più piccoli, ti pare che vanno a impattare contro dei molossi quali noi - razza umana - siamo? Improbbabol, a meno che il chirottero non sia ubriaco o accannato! (questo lo penso io)
** non succhiano il sangue
** i parassiti dei pipistrelli non si attaccano a uomini o altri animali
** le feci dei pipistrelli non costituiscono un problema sanitario anche perchè sono costuite quasi esclusivamente dalla cheratina degli insetti che cacciano e che, a quanto pare, è un ottimo
fertilizzante.
** l'unica malattia che possono trasmettere è la rabbia, ma ce ne vuole prima che ce l'attacchino; dovremmo stare a contatto con i pipistrelli quotidianamente e pacioccarli spesso con le mani!
Ma dove si nascondono i "pioppolini"?
I rifugi dei pipistrelli possono essere costituiti da:
- cavità di alberi
- grotte
- fenditure di pareti e interstizi
- cavità sotterranee e artificiali (miniere, gallerie)
- costruzioni
- sotto i ponti o nelle abitazioni, ad esempio nei sottotetti, solai, ma anche nel box della serranda dove, però, spesso fanno una brutta fine!

Per studiarli i naturalisti devono ispezionare i rifugi, catturare qualche esemplare con una mist-net o reti verticali foschia, chiamate così perchè hanno delle maglie così strette e leggere che non si vedono, o tramite una harp-trap, altro tipo di rete nella quale i chirotteri vanno a sbattere, si rintronano ma non tanto e vanno a finire dentro un sacco posto alla base di questa "trappola"; lo studio viene completato da un'indagine bioacustica tramite il bat-detector, o nell'installazione delle bat box, sperando che i pipistrelli ci facciano il nido.
Ciò che lo 'popolo ignorante' dovrebbe sapere è che i chirotteri vengono sempre più spesso utilizzati per la lotta alle zanzare, dato che un solo esemplare in una notte di caccia ne fa fuori almeno 1000-2000. Quasi, quasi metto una bat box sul balcone.
Le cause della sparizione di questi "simpatici" topini (anche se topi non sono e non fanno parte della famiglia dei roditori, ma a me piace chiamarli così) sta proprio nella distruzione dell'habitat in cui vanno a foraggiarsi ossia zone umide e boschi, o nell'impiego di pesticidi, o nella distruzione dei siti di riposo, riproduzione e ibernazione.
Addirittura, anche gli impianti eolici sono mortali per i pipistrelli poichè quando le pale del "mulino" girano vorticosamente il povero pipistrello non riesce a schivarle, anche se le vede e le sente con gli ultrasuoni, e ci va a impattare con conseguenze letali. :-(((
In conclusione: è importante proteggere i pipistrelli dallo "sterminio" perchè oltre ad essere simpatici animaletti possono essere utilizzati nella lotta biologica agli insetti nocivi, come le zanzare; alcuni di questi chirotteri - i megachirotteri, quelli che si mangiano la frutta - sono impollinatori di frutti che si aprono solo la notte e quindi garanti della biodiversità.
Eh! Quante cose ho imparato e questo era solo un estratto di ciò che si può trovare in rete su tali mammiferi.
Ma finita la conferenza era forse finita la serata? No! Dopo un lauto e godereccio rinfresco (burp) alle 21,30 tutti fuori a cercare i pipistrelli con il bat-detector. Certo, la serata non era delle più promettenti: aveva piovuto un pochino, la temperatura si era abbassata di molto, insetti quindi ce n'erano pochi e forse anche pipistrelli, tuttavia gli indomiti cultori del chirottero non si sono persi d'animo e come un sol uomo hanno affiancato il naturalista (Cristiano) che fino a quel momento aveva discettato sui pipistrelli e l'hanno seguito per le fredde stradine di Castelgiorgio riuscendo ad individuare qualche timido chirotterino che ha voluto farsi una mangiata dei pochi insettini e delle poche falene che ronzavano sotto i lampioni. La cosa carina di questa "caccia" era che con questo strumento si sentivano benissimo gli ultrasuoni dei pipistrelli e quindi ci rendevamo conto di quando ce ne passava uno vicino, ma porca miseria non riuscivamo a vederlo affatto. Ne abbiamo visto solo uno, che passava giusto sotto un lampione, degli altri pipistrelli ... neanche l'ombra, solo lo squittìo.
E la serata è terminata in siffatto modo: con la consapevolezza di sapere qualcosa in più su tali affascinanti animaletti, sul loro potenziale "distruttivo", per quello che riguarda gli insetti, e sul fatto che "anche il più piccolo degli esseri viventi può cambiare il corso del futuro" (una citazione un po' storpiata dal Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello - Galadriel a Frodo).
Indi ce ne siamo andati a nanna ospiti di Paul&Lois, una coppia inglese residente in un casale ristrutturato in quel di Sugano, altro paesino vicino Orvieto; vecchie conoscenze del naturalista (mio!) e anche loro organizzatori di interessanti tour naturalistici. Ecco il loro sito
Arrivederci verde Umbria, al prossimo "sabato da sballo"!
Yeaaaahhh!

lunedì 8 settembre 2008

Nun so' più la gheparda de 'na vorta :-((

Lo sento nelle ossa, nella muscolatura.. sigh!
Di ritorno dall'Hobbiton, svoltasi a Bassano del Grappa, prendo atto che... nun me regge più la pompa come una volta:-((
Ma l' aver reincontrato tanti amici sparsi per lo stivale, aver vissuto una tre giorni fatta di pioggia non a catinelle.. de ppiù (che fortunatamente durava poco ma c'era l'afa che ti faceva respirare acqua), aver assistito a conferenze tenute da relatori che chiamare tali è un'offesa per coloro che si impegnano veramente a presentare un intervento "coerente" e "lineare", aver visto "dal vivo" la copia di Richard Benson che ci ha fatto sgnasciare dalle risate, con la band AngBand, parodiando alcune canzoni su alcuni personaggi tolkieniani, aver girovagato per banchetti e fatto "sciopping" selvaggio fino ad arrivare a comprare ghirlande e coroncine con cui adornarsi il capo (non indossando tutte e due contemporaneamente, of course), essermi vestita da mastra birraia hobbit, aver potuto pacioccare la piccola Sarah - nove mesi - che avrò spupazzato ogni due per tre lasciandole forse un indelebile ricordo, spero positivo.. gnam sulle gambotte ^___^, aver mangiato per tre giorni consecutivi (tranne a colazione) polenta, insalata e patatine fritte (per i carnivori erano previsti anche bigoli all'anatra, spuntature, salsiccie e stinco di non so cosa), ecco tutto ciò valeva la pena viverlo anche se la sera arrivavo sfranta e fiacca e imploravo il naturalista (che ha partecipato alla sua prima Hobbiton) di ritornare in albergo perchè avevo sonno... sigh!
Citando la cara Hirilaelin, che ha saputo magistralmente rendere l'atmosfera di ciò che si è vissuto in questa tre giorni bassanese in un suo post sul NG it.fan.scrittori.tolkien (chi fosse interessato vada a spulciare un pò di interventi):
E però, nella compagnia, serpeggia una certa malinconia, come se
questo ritorno all'Hobbiton fosse anche l'ultimo. Ci siamo
evoluti da inconsapevoli Hobbit in distaccati Elfi? Siamo
semplicemente invecchiati?O tutte due?
In un'altra era, Antichi Tolkieniani, sacco a pelo in spalla
e piccoli zaini ricolmi fino a sfiorare l'antimateria,
attraversavano colli, pianure e montagne, per giungere al cuore
della festa. Arrancavano lietamente ai confini della Terra di Mezzo.
Dormivano in alloggi di fortuna. Tiravano avanti tutte le notti,
cantando, bevendo e prendendo parte ad allegre scorribande.
Ora, diciamolo, non abbiamo più l'età infatti siamo Antichi!

Hirillina, prendo in prestito la tua descrizione perchè io mi son proprio sentita così! ^___^
Non mi riesce di dire "al prossimo anno, alla prossima Hobbiton" perchè proprio nun gliela fo', ma sicuramente se dovessi riparteciparvi vorrei farlo con la graditissima compagnia dei Proudneck e di tutti gli altri tolkieniani che ho conosciuto in questi ultimi otto anni!
A presto!