martedì 24 novembre 2009

In Bitinia e ritorno - 2a parte

Lo stellone e la mezzaluna sventolano in cima alla fortezza bizantina di Iasos

Dunque... dove eravamo rimasti (qui la prima parte del resoconto). Ah sì, la fine del congresso di erpetologia segna la fine della nostra permanenza in quel di Kuşadası ma non certo la nostra permanenza in Turchia: il viaggio proseguiva con una mèta ben precisa: il Bafa Gölü ossia il lago Bafa (qui una spiegazione in turco per chi si vuol cimentare nella traduzione e qui una spieghescion in lingua anglofona).
Inizialmente si era deciso di affrontare il viaggio utilizzando gli autobus di linea, ma poi ha prevalso il buon senso e abbiamo affittato una macchina di modo che la mattina di sabato 3 ottobre abbiam preso congedo dalla cittadina marinara per dirigerci là dove nessun uomo è mai stato finora: vabbè con i dovuti distinguo, of course ^__^
Durante il viaggio abbiamo fatto anche alcune soste non solo dettate da necessità impellenti ma anche per "pascerci" delle antichità che la regione offriva. D'obbligo è stata la sosta alla cittadina greca di Priene, di cui abbiam potuto ammirare le vestigia e venire a conoscenza del fatto che Alessandro Magno ivi sostò durante l'assedio alla città di Mileto; ci mancava soltanto che vi ponessero la targa commemorativa - come tante ce ne sono qui nel centro di Roma in ricordo di "quel" patriota, "quel" musicista, "quel "pinco pallo" che tanto lustro hanno dato alla patria.
Qui di seguito alcuni scorci panoramici più significativi della cittadina:

Il tempio dedicato ad Atena

un naturalista a caso che con passo spedito e baldanzoso si appropinqua verso le colonne del tempio.

E questo graffito proprio di fronte al tempio, ma che d'è? Burla alla "Modigliani"? Mah? Io l'ho fotografato, hai visto mai che, invece, segnala la presenza degli ufo già al tempo di Alessandro Magno, ossia nel 300 a.C.?

Il paesaggio che si ammira dal tempio: signora mia, qui prima era tutto mare! ^__^

Il teatro


Particolare di una delle sedie poste attorno al "paloscenico", quindi in primissima fila, destinate ai notabili del posto


Il bouleuterion, tiè beccateve 'sta botta de "curtura"

Terminata la visita a Priene, il viaggio è proseguito verso la destinazione conclamata: il lago Bafa, non senza aver prima fatto una sosta in un campo di pamuk, ossia di cotone, chè la zona ne è piena.
Ecco un mirabile esempio di campo di cotone


Un'altra sosta carina l'abbiamo fatta nella cittadina di Doğanbey. E' una cittadina particolare perchè fu abbandonata quando ci fu lo scambio di popolazione turco/greca alla fine degli anni '20.


La cittadina, sopra alcuni scorci caratteristici, si trova all'interno di un parco nazionale di cui ora non mi sovviene il nome, e alcune sue case sono state rimesse a posto - come si può vedere dalle foto - e ora sono diventate dei piccoli hotel de charme o B&B, se è vero ciò che è riportato in questo sito
Ma ecco, la nostra mèta si annuncia: prima con uno "scorcino", da cui si intravede un fazzoletto d'acqua, e poi, piano piano il lago si distende davanti a noi - bè no, famo de lato sennò ce finivamo dentro - in tutta la sua maestosità. Capperi quant'è grande.
E vicino era anche il luogo ove avremmo soggiornato: il club Natura Oliva, delizioso, ahem come definirlo, coacervo di casine e casette che diradano verso il lago, gestito con teutonica efficenza da una signora "tetesca" con marito o compagno turco - nun s'è capito. Il posto è davvero carino perchè immerso nel verde, con la possibilità di prendere il sole proprio in riva al lago e farvi colazione

Immagini del lago dalle sponde del Club Natura e veduta del lago e di parte del "club" dal nostro "cottage"

ma ha un'unica pecca: ha la strada statale che passa vicino e quindi un po' di rumore si sente, ma è proprio minimo. Siamo rimasti due giorni al Bafa Gölü continuando i nostri giri da turisti fai da te e visitando altri siti storici come il tempio di Apollo Didimeo che si trova a Dydyma, of course, e fra le cui vestigia abbiamo trovato una micetta veramente graziosa e coccolina che si avvicinava senza timore alcuno per farsi coccolare e giocare con noi: birillinaaaa! Ecco alcuni momenti dello svago micesco.

Qui invece leggo assorta cosa c'è scritto nella stele ma ci capisco poco o niente: chi sa il greco antico si faccia avanti (no aspetta, il nome Settimio Severo l'ho sgamato, vero? vero? ^__^)

Il tempio di Apollo è veramente imponente e rende l'idea di cosa poteva esserci in quella zona quando era periodo di pellegrinaggi verso il tempio per avere un responso: alcuni scorci e alcuni dettagli delle colonne



La giornata, iniziata con un tempo un po' balordo e una pioggerellina insistente, è gradatamente volta verso il sereno mentre da Didima scendevamo verso la costa per andare a visitare un'altra area archeologica stavolta scavata da italiani (sia Priene che Didima sono state scavate dai tedeschi): Iasos. Anche qui sono presenti: il teatro, il foro, il tempio, resti di abitazioni;


andando verso la cima della collina, oltre a costeggiare il mare e i resti di quello che era l'approdo al porto, costruito però verso il XIII-XIV sec. d.C.,


troviamo i resti di una fortezza bizantina dominata dallo sventolio incessante della bandiera turca.


Vicino alla fortezza, però, altri resti di epoca romana con ciò che rimane di una villa e soprattutto dei suoi pavimenti a mosaico.
Rientrati al Club - piccolo inciso: se magna benissimo, la colazione a buffet, offerta sulle sponde del lago, e la cena anch'essa a buffet erano veramente qualcosa di spettacolare, soprattutto la cena, con il contorno di mici e micetti che facevano la questua per avere un boccone di pane: profittatori - il naturalista ha deciso che la sera doveva essere dedicata alla scoperta delle meraviglie della natura e quindi, dopo cena, e armati solamente di una torcia (al Club Natura non abbonda la luce artificiale la sera, c'è solo quella che offre la luna quando è nei suoi quarti e interi migliori e quella di piccole lampadine che non è che illuminino a giorno, ma così è più romantico, meno inquinante e risparmioso) e di una macchina fotografica siamo andati alla ricerca di rospi e gechi e questo è ciò che abbiamo trovato


Che cariniiii! Non chiedetemi...anzi, no, aspetta che lo chiedo al naturalista: a sinistra un rospo smeraldino a destra un geco in procinto di mangiarsi la farfallina! ^__^
Dopo questa serata all'insegna del pericolo, via a nanna poichè l'indomani la sveglia sarebbe suonata presto: dovevamo tornare a Kuşadası a restituire la macchina presa a noleggio e imbarcarci, stavolta, nel viaggio in pullmann verso Bursa.



Eccomi che, come un sol elemento (io, l'albero di olivo e la bandiera turca: ahò manco a fallo apposta. Ce ne siamo accorti dopo aver scattato la foto che si era formato un sol asse fra i tre elementi), indico la mèta della nostra prossima tappa turca!
Ma questa sarà un'altra storia. Sbonk!
Forse la terza parte vedrà la luce a Natale: avete pazienza? ^___^

2 commenti:

Hirilla ha detto...

L'ultima foto fa proprio Sol dell'Avvenire!
Che bei posti e che begli abitanti... Mi piace un sacco il campo di cotone.

ArsT ha detto...

Coplimenti, un viaggio (e un resoconto) bellissimo!