martedì 14 dicembre 2010

E vaaaiiiii!!!!

Eheheheh!
Ma che ve credete, che esulti per ciò che è accaduto oggi in Parlamento? :-))
Niente di più errato.
Oggi questo blogghe compie quattro anni, diconsi quattro!
Capperini!
Certo, l'ho lasciato un po' solo e negletto ultimamente perché, riprendendo un pensiero di Geillis, ho avuto altro da fare su FB!
Ah! Malnato FB.
E adesso sono pure Farmville addicted! Ma se po'? O___o
Spero mi duri poco questa infatuazione perché mi rendo conto, a volte, di parlarne con amici a cui, magari, non gliene importa eine mazzen, ad esempio, delle metodiche più veloci per diventare una mujika capitalista ed espandere il proprio impero economico!
Del mese passato (novembre) cosa ricordare?
Bè i compleanni dei nipotini: il nipotino d'oltremanica e quello sabaudo hanno compiuto entrambi quattro anni, mentre mia zia - sorella di papà - ne ha compiuti... ops, non si dice l'età di una signora, diciamo che ne ha compiuti un certo numero, rispettabile, uguale alle gambe delle donne.
Inoltre questo ultimo fine settimana sono stata nuovamente in Sicilia, dagli zii, per riposare un po', farmi coccolare, imparare a usare il telaio da principiante che i miei amici mi avevano regalato per il compleanno (e ora... mutande di lana per tutti! Vabbè, al momento posso fare simpatiche tovagliette o presine, dipende da quanto largo faccio l'ordito e quanto lunga tesso a trama!) ma soprattutto.... rifare i cuddureddi, della cui spiegazione rimando a questo post!
Per il resto, al momento tutto scorre tranquillo. Ci si prepara per la partenza natalizia e il rientro immantinente, ché dopo Natale io continuo a lavorare, ma da Capodanno.
O mamma... mi sembra di stare a scrivere un diario.
E vabbè, fatemelo usare di tanto in tanto questo blogghe, ma soprattutto fatemi augurare...

BUON COMPLEANNO
piccolo blog di Tabatuga.

La micina continua a essere coccolina e miagolina e miciolina e cioppolina e ... trovate altri vezzeggiativi in -ina che le stanno tutti bene perché è una gattina troppo bella!
E il 22 novembre, ecco un altro anniversario, sono quattro anni che Tabatughina ci delizia della sua presenza, del suo calore, del suo coccolìo e del suo ronfìo.
Ecco in questo momento mi sta guardando come per dire "ma che stai facendo? invece di stare davanti a quello scassone di computer perché non vieni a coccolarmi?"
Arrivo stellina di casa, sono tutta tuaaaaaaaa.
E salutammo la compagnia e a presto
Meeeoooowww

martedì 30 novembre 2010

Perché io....

songhe ancora qui! ^___^
A breve altre "maialate" intese come robba che se magna ed è pure bbbona, almeno per me.
Salutammo!

domenica 31 ottobre 2010

E buon Halloween

(immagine tratta dal sito http://www.foopets.com/member/17252705)


Per chi ci crede, per chi non ci crede, per chi lo ritiene un'americanata, per chi, invece, ritiene che effettivamente in un determinato periodo dell'anno i confini fra il nostro mondo e l'aldilà si assottiglino.
E' curioso notare come, sempre in questo periodo dell'anno, anche in Paesi come la Thailanda, Laos, vengano celebrati i morti con la convinzione che questo sia il periodo in cui il contatto con loro è più forte. E non penso che abbiano mutuato Halloween dagli anglo-americani poiché, come ha raccontato il mio maestro di meditazione che per anni ha vissuto in quei luoghi, sono ricorrenze vecchie come il cucco.
E dunque.... buon Halloween ai miei tre lettori tre ... o due ... o uno ... o so' solo io O____o

lunedì 4 ottobre 2010

La puciaca


Bè dai, come la definireste tale mappazza indistinta che, tuttavia, risultò essere abbastanza gradevole al palato?
Ma che d'è? O___o
Funghi! ^__^
Sì, insomma... avevo un po' di funghi champignon che dovevano essere smaltiti abbastanza in fretta, una sorellina "a caso" ^__^ che sarebbe venuta a pranzo, idee zero su cosa preparare ,quando mi viene l'illuminazione come ai bodhisattva, o quasi: funghi al forno con una patatina. Li ho cotti in forno tagliandoli a fettine, come ho fatto con la patata, e condendoli con olio, rosmarino, un po' di mentuccia e forse un po' troppo sale... ops.
Per rimediare che mi viene in mente? Ci metto un po' di pan grattato e di farina. Boh? Non so perché ho fatto questo accostamento, però devo dire che dopo una mezz'oretta di forno si era creata una gradevole pappolea che risultava essere ancora un po' saporita, ma leggermente meno di quanto non lo fosse inizialmente.
Ovviamente tale puciaca non l'abbiam finita tutta perché poi, nel frattempo, avevo preparato anche del piccolo farro a mo' di risotto, un po' di zucca in padella, dell'insalata verde, una mozzarella di bufala e la sorellina "a caso" ^__^ aveva pure portato le paste.Burp!
La puciaca è stata rimangiata il giorno dopo, ma accostata alla zucca, anch'essa avanzata dalle libagioni del giorno prima; devo dire che l'accostamento ha fatto proprio bene a detta puciaca, perché il salato unito al dolce della zucca si era stemperato di molto.
Penso che una puciacata del genere possa anche andar bene per ripieni di pasta, di carne, di tortini. Insomma: sbizzarritevi!
Burp

mercoledì 8 settembre 2010

La pappa al pomodoro di nonno Eligio


Nonno Eligio altri non è che il suocero cuoco che si diletta a cucinare e posso assicurarvi che i piatti che sforna nulla hanno da invidiare a quelli dei migliori cuochi!
Questa è una semplice pappa di pomodoro da lui preparata e vi assicuro che è veramente gustosa e "riempiente".

Ingredienti
4 o 5 pomodoroni tipo "cuore di bue", belli rossi e possibilmente trattati il meno possibile
una cipolla
uno spicchio d'aglio
erbette fini (timo e alloro - io ho usato rosmarino, menta e qualche seme di lavanda)
un cucchiaio di miele
olio sale e pepe q.b.

In un'ampia pentola si fanno soffriggere la cipolla e l'aglio e poi vi si aggiungono i pomodori lavati e tagliati a pezzettoni (non bisogna pelarli). Si aggiunge sale, pepe e olio a proprio gusto e poi un bel cucchiaione di miele (lavanda - se non ricordo male lui ha usato questo tipo di miele - o millefiori o tiglio, un miele delicato per intenderci), si copre il tutto e si lascia cuocere per 45 minuti a fuoco lento.
Un quarto d'ora prima della fine della cottura si aggiugono le erbette fini chiuse a mazzetto. Io le ho messe dentro una garzina di cotone ben lavata. Terminata la cottura, si toglie il mazzetto di erbette, si mixa tutto bene bene fino a farlo diventare una morbida pappolea rossa!
Avanti popolo che la pappa è pronta!
Gnam!

domenica 5 settembre 2010

Per la mia mamma

La mia mammina oggi avrebbe compiuto 73 anni!!! ^__^
Buon compleanno piccina, ovunque tu sia!
Bacini
Cris

lunedì 30 agosto 2010

Solomon Kane

(immagine tratta da http://patrizioboschi.it/blog/wp-content/uploads/2010/07/solomon-kane.jpg)

... o l'elogio del già visto e dello scontato. Bé, si é in vacanza, ci si vuole distrarre un pochino e ciò che offre il convento, in questo caso un cinema di Pinerolo, é il film in oggetto. Devo confessare che il naturalista mi aveva messo in guardia: "Guarda che il film mi sembra una brutta copia di Van Helsing, gli esterni sono stati girati nella Repubblica Ceca e forse sono stati anche utilizzati gli stessi fondali e scenari usati per Van Helsing. L'ambientazione e le atmosfere sembrano le stesse". E io "Ma no, vedrai, sarà diverso". Ahem!!
Il film si ispira al personaggio omonimo creato da Robert Ervin Howard, lo stesso che scrisse "Conan il barbaro", ma la storia a quanto pare non é tratta da uno dei suoi racconti ma é liberamente ispirata.
In breve (mica tanto). Anno di grazia 1600 e qualcosa. Solomon Kane é uno spietato condottiero che conduce i suoi uomini al saccheggio più brutale. Nelle scene iniziali vediamo una cittadina costiera sottoposta al bombardamento continuo dei cannoni delle navi di Sua Maestà britannica (forse Giacomo I o forse Elisabetta I?). La cittadina sembra essere arabeggiante, e difatti i soldati che cercano di difenderla hanno tratti e vestimenta orientaleggianti.
Solomon arriva come un demone distruttore per trovarsi, poi, faccia a faccia, con il vero demone ossia un emissario di Satana che gli ricorda che lui, per la sua crudeltà, si é ormai dannato l'anima e per questo "ha da mori' - e la sua anima se la prende il diavolo.
Ma il prode condottiero - "nocchiero di un veliero proiettato ..." no, questi sono Elio e Le Storie Tese - non é dello stesso avviso; si spaventa non poco ma riesce a fuggire dalle grinfie demoniache e lo ritroviamo un anno dopo in un convento in Inghilterra. Già questo particolare storico é un po' strano perché con Enrico VIII ci fu la cosiddetta Dissolution of the monasteries che portò, fra il 1536 e il 1540, alla confisca dei beni della Chiesa e alla soppressione dei monasteri, nell'ambito della nascita dell'anglicanesimo e della trasformazione della religione cattolica in Inghilterra in religione di Stato con a capo il re. Era quindi un po' difficile trovare dei conventi che avessero resistito alla Dissolution, ma vabbuò, é un film particolare, una licenza poetica ogni tanto O___o
Solomon deve espiare i suoi peccati e redimersi e vivere questa nuova vita fatta di "peace&love" che gli permetterà di non essere più ghermito dalle armate di Satana. Il suo corpo, inoltre, é ricoperto di tatuaggi e vere e proprie "incisioni" - come una grossa croce dietro la schiena - che dovrebbero proteggerlo dal male. Tuttavia, nel convento si son stufati di tenersi in casa un soggetto che porta su di loro "tristi presagi" e sogni che inducono il priore a buttarlo gentilmente fuori dal convento. "Ma come?" chiede uno stupito Solomon "Io vi ho anche dato le mie ricchezze per poter rimanere" - "Ah no, mi spiace" ribatte il priore, "Faccia i bagagli e arrivederci, la sua anima si può redimere altrove". Visto che ora Solomon é un uomo di pace, accetta la decisione del priore, fa fagotto e si incammina nella gelida campagna inglese. Nota bene: seppur ad inizio film viene indicato il 1600 come anno in cui si svolge tale avventura, a me sembra di aver intravisto un indizio che permette di collocare la vicenda durante il grande inverno del 1608, quando venne registrato, per la prima volta negli annali dell'epoca, il "ghiacciamento" del fiume Tamigi per il grande freddo che attanagliò l'Inghilterra. La costante del tempo cattivo (o nevica o diluvia) permea tutto il film dall'inizio alla fine; a me durante la proiezione stavano spuntando le branchie per tutta l'acqua che continuava a cadere. Ma andiamo avanti. Nelle campagne inglesi Solomon incontra solo morte e distruzione, addirittura viene derubato da una piccola banda di briganti e non oppone resistenza, altrimenti ciò avrebbe significato per lui andare dritto dritto nelle braccia del demonio. Viene salvato e curato da una famiglia di puritani (padre, madre, figlio maggiore, figlia "carina" mezzana e figlio minore) in viaggio per imbarcarsi per il Nuovo Mondo. Solomon si aggrega, forse con l'idea di recarsi anch'egli nelle Americhe, ma il sogno di tutti si infrange quando incontrano una banda di malvagi al soldo di un feroce "conducator" mascherato, asservito alle forze del male. I maschi della famiglia vengono sterminati tutti sotto gli occhi di Solomon che tribola parecchio prima di decidersi a dare una mano; uccide un po' di cattivi ma non riesce ad impedire il rapimento della figlia mezzana da parte dei malvagi. Piccolo flashback: L'allegra brigata aveva avuto un incontro particolare la sera precedente, addirittura con una strega che si era presentata sotto mentite spoglie, quelle di una bambina sopravvissuta a un massacro operato da una orrida strega (eheheheh, indovina chi?) che era stata messa al rogo. La bimba/strega, prima di essere smascherata da Solomon, che l'aveva invitata a pregare e ad indossare una croce per proteggersi dalle forze del male, marchia la ragazza con un segno nero sulla mano che servirà ai malvagi ad identificarla come "colei che deve essere rapita", indi riesce a fuggire e arrivederci. Il padre morente chiede a Solomon di salvare la figliuola perché sarà grazie a questo gesto che, garantisce il padre morente, egli potrà redimere la sua anima. Kane, dunque, parte con questa missione, pronto ad affrontare le forze del male che si presentano, ad esempio, sotto forma di prete ormai impazzito che vuole offrirlo come pasto principale a una torma di morti viventi che dimorano nella cripta di una chiesa in rovina. La ricerca della ragazza sembra essere arrivata alla fine quando uno degli sgherri dell'uomo mascherato gli fa credere che ella è morta: Kane è un uomo senza più certezze. Trova ricovero nella taverna di un villaggio (quello uguale al film "Van Helsing") e qui si ubriaca per poi essere acciuffato dagli uomini del conducator mascherato e venir crocifisso sotto una pioggia torrenziale. Sembra essere giunta la fine per Solomon, ma ecco che ad un tratto passa una carretta di prigionieri al cui interno c'è la giovin pulzella che, appena vede Kane in croce, comincia a urlare il suo nome disperatamente. Egli si risveglia dal torpore post ubriachezza e post crocifissione, la vede e, preso da furor salvandi, si sfila prima una mano e poi l'altra dai chiodi che lo tenevano avvinto alla croce, si libera i piedi e cade giù "come corpo morto cade". Si risveglia, parecchi giorni dopo, nella grotta di alcuni ribelli che cercano di opporsi alla malvagità e alle razzie delle bande dell'uomo mascherato e di colui che tiene le fila: il perfido Malachia, ex prete ora votato al satanismo. I ribelli sanno dov'è il quartier generale di Malachia e dei suoi sgherri, praticamente - o guarda te la combinazione e com'è piccolo il mondo - nel castello avito di proprietà di Solomon. Eh sì perché, grazie ad alcuni flashback, durante il film veniamo a sapere che il piccolo Solomon è il figlio cadetto secondogenito destinato al convento. Ma il piccoletto non ne vuole proprio sapere di andare in convento e soprattutto contesta al padre il fatto che voglia assegnare tutte le sue proprietà al vizioso, lubrico e crudele fratello maggiore. Il piccolo Solomon non ci sta e, sfidando l'ira paterna, se ne va dalla magione per intraprendere la carriera del "mercenario". Mentre se ne sta andando ha un ultimo battibecco con il fratello il quale, però, sembra fare una brutta fine poiché nel climax della lite mette un piede in fallo e cade giù dalla scogliera .... mmmmmm.
E ora l'adulto Solomon scopre che la radice di tutti i mali proviene proprio dal castello paterno. Bè, niente paura: il condottiero è pronto a guidare i ribelli nell'antro del nemico, forte del fatto che quel luogo lo conosce come le sue tasche. Il gruppetto di desperados si prepara e Solomon li guida. Ad un certo punto tutto sembra perduto, ma Kane trova nuove strade per far avanzare la masnada e infondere coraggio in vista della mattanza (la loro ^__^) finale. Nelle segrete del castello Solomon il vendicatore scopre un prigioniero del tutto particolare: il proprio padre. Oh com'è? Oh perché? Il babbo ormai prossimo alla morte svela l'arcano: il figlio maggiore non era morto cadendo dalla scogliera ma stava messo male e il padre, pur di salvarlo, si rivolge a Malachia, il prete stregone, che sì lo salva ma lo rende suo schiavo facendolo diventare il conducator mascherato. Il padre morente chiede un ultimo favore al figliuol prodigo: "Uccidimi e mi libererai dal giogo malefico di Malachia". E sia .... bang!
La resa dei conti è vicina. Dopo aver ucciso il fratello conducator mascherato, Kane si dirige verso la sala delle udienze ove incontra Malachia e si avvede di una gabbia in cui è segregata la giovine fanciulla da liberare. Ma le sorprese non finiscono. C'è anche un demone che l'attende, pronto a essere liberato e a prendere l'anima di Solomon. Dopo un combattimento acceso (in tutti i sensi, il demone è tutto de foco) basta una goccia di sangue della ragazza per far sparire tutto: il demone de foco, Malachia e i peccati che albergavano dentro il corpo di Solomon. Via, tutti all'inferno da cui son venuti.
Kane ormai è redento. La voce fuori campo del protagonista ci informa che la ragazza è ritornata dalla madre (unica sopravvissuta, oltre alla figlia, al massacro della banda di masnadieri) mentre lui, con lo sguardo rivolto verso il castello avito e il sole che tramonta all'orizzonte (e finalmente è uscito 'o sole) ora sa cosa fare, sa qual è il suo posto nella società: dar la caccia a streghe e demoni, dar la caccia al MALE!
The end, ma con il sottinteso che "to be continued...." ossia questi non è altro che il primo episodio di una serie, forse una trilogia, che va tanto di moda.
Giudizio critico: rimando alla citazione fantozziana sulla "Corazzata Kotiomkin". No, sono troppo crudele ^__^.
Il film si può vedere se non si ha proprio null'altro da fare e si vuol spegnere il cervello per un paio d'ore. O bella, "spegnere il cervello". Mentre lo guardavo mi venivano in mente alcune analogie con altri film - il demone de foco mi ha ricordato il Balrog del film "Il Signore degli Anelli" - oppure anticipavo le mosse dei protagonisti riuscendo a prevedere cosa sarebbe successo di lì a poco, forse perchè in alcuni punti la storia è prevedibilissima. Ad esempio, è abbastanza intuibile capire che l'unica superstite del villaggio distrutto dalla strega - la bimba - fosse la strega, oppure che il prete "pazzo" avrebbe riservato a Solomon una sorpresina non tanto piacevole.
Il protagonista è tale James Purefoy che, secondo me, nei panni di Solomon ci sta benissimo. Altri attori che ho riconosciuto sono: Max Von Sidow nella parte del padre di Solomon, Pete Postlethwaite, il puritano padre della ragazza rapita, protagonista di "In nome del padre", ad esempio, la madre della ragazza, interpretata da Alice Kriege che nel film Star Trek-Primo contatto altri non era se non la regina dei Borg, e il prete pazzo interpretato dall'attore che indossò i panni del pirata dall'occhio di vetro nel film-saga "Pirati dei Caraibi". Per il resto buio completo.
Insomma, il filmino si fa vedere, anche se visivamente è molto cupo, ma forse perché deve dare l'idea che il MALE "è vivo e lotta contro di te!"
Solomon Kane .... l'uomo che è riuscito là dove neanche Chuck Norris è giunto ossia schiodarsi da solo dalla croce. WOW!
Il naturalista suggerisce di leggere i racconti di Howard per farsi un'idea esatta, e non tanto balzana, di chi fosse veramente Kane: un cacciatore di streghe, demoni ma anche di uomini malvagi, convinto di stare dalla parte del bene perché lui ha una certezza granitica nella fede in Dio e nel compito che gli è stato assegnato: eradicare il male, per quanto possibile.
Cosa ci riserverà, cinematograficamente parlando, il futuro?
Buona visione
^________^

domenica 15 agosto 2010

Bright Star

(foto tratta dal sito http://trailer-film.35mm.it/bright-star-2009/galleria/le-foto-di-bright-star-19073.html)

Bright star, would I were steadfast as thou art
Not in lone splendour hung aloft the night
And watching, with eternal lids apart,
Like nature's patient, sleepless Eremite

Con questi versi il poeta inglese John Keats celebrava il suo amore per la donna che gli aveva rubato il cuore, e quest'ode è stata scelta dalla regista neozelandese Jane Campion come titolo del film omonimo con cui ha descritto lo svolgersi dell'amore appassionato, ma purtroppo senza lieto fine, fra il poeta John Keats e la giovane Fanny Brawne.
Antefatto: io questo film dovevo già andare a vederlo con MG e Beastie il 15 giugno scorso (in Italia è uscito l'11 giugno 2010 ma era già stato presentato al Festival di Cannes del 2009... mah?), tuttavia causa tonsillite, rinofaringite, otite e chi più ne ha più ne metta, non ci riuscii. Sigh, sob, vabbé, me ne faccio una ragione e invece ... io e il tesorillo naturalista, giunti in vacanza nelle lande pinerolesi, diamo un'occhiata alla programmazione nei cinema di zona e, meraviglia, trasmettono Bright Star al cinemino comunale di Barge (CN) in occasione dei "venerdì culturali"(1): é un segno del destino!!! Tesorillo dobbiamo andare a vederlo. Detto fatto, ci prepariamo per la visione delle 21,15 (orario unico). Presto, corri, faremo tardi, prendi la macchina (il cinema dista una decina di Km, da dove ci troviamo noi, é in altro comune e altra provincia e non é che fra paesini i collegamenti con i mezzi pubblici siano frequenti come in una grande città, sicché). Per farla breve, arriviamo a Barge in largo anticipo, in tempo per fare un giretto in centro e poi via, verso il cinema. Siamo i primi e, dopo aver pagato il dovuto, entriamo nel cinemino cullati dalla musica di sottofondo (Van Morrison, l'album é "Down the road"). Il tesorillo, uomo di poca fede, dubita che qualche altro avventore possa arrivare tuttavia, dopo un paio di minuti, la sala comincia a riempirsi soprattutto di carampane e di qualche coppia giovane: fosse capitata lì per caso? :-)
Sta di fatto che la teoria del tesorillo naturalista viene smentita e il film inizia addirittura con un po' di ritardo per il continuo afflusso di gente, in totale saremo stati un centinaio.... ssshhhhh, silenzio, le luci si abbassano ...
The plot - la trama
Come anticipato nell'incipit, il film narra la struggente storia d'amore fra il poeta inglese John Keats e la signorina Fanny "maliziosa" Brawne. Il termine virgolettato viene creato da Keats appositamente per la giovane dato che ella era un tipino un po' civettuolo e sempre molto alla moda essendo abilissima nel cucito, tanto da andare fiera del fatto che gli abiti e gli accessori da lei indossati li cuciva da sé, facendone poi sfoggio in ogni occasione, e che addirittura questa sua abilità le avrebbe permesso di guadagnare e vivere bene. I due giovani si incontrano nella casa che l'amico di Keats, Charles Brown, eccolo in una "simpatica" espressione quando non fa l'orso contro Fanny,


(foto tratta dal sito http://trailer-film.35mm.it/bright-star-2009)

affitta alla famiglia Brawne composta da una madre vedova, dalla figlia maggiore Fanny, da un figlio mezzano, da una figlia minore, da una governante e da un gatto.
Inizialmente l'incontro fra i due futuri innamorati é improntato a una reciproca diffidenza: lei non conosce e non apprezza la poesia, lui conia per lei il termine "maliziosa" per questo suo atteggiamento un po' troppo frivolo e ribelle. La morte per tisi di Tom, il fratello minore del poeta, sembra scuotere la giovane dal suo mondo fatto di trine, merletti e balli, tanto da spingerla a chiedere allo stesso Keats di darle delle lezioni di poesia. L'iniziale diffidenza reciproca si trasforma presto in qualcosa di più profondo; inizia così una storia d'amore fatta di sguardi, passeggiate, casti baci, lettere e poesie (in queste immagini alcuni di questi momenti)

(foto tratte da http://www.elle.it/entertainment/cinema-tv/bright-star-le-immagini-dal-set)

Sono soprattutto le poesie, recitate da lui o da lei, in diversi momenti della storia, la vera e propria colonna sonora del film.
Il loro amore, però, non é destinato ad un lieto fine. Il giovane Keats é costretto a lasciare per lunghi periodi di tempo la casa che divide con la famiglia Brawne per seguire il suo amico, Brown, il quale si mostra sempre molto sarcastico e talvolta livoroso nei confronti di Fanny , da lui considerata una donnicciola dedita solo ai vestiti e a civettare e la cui influenza potrebbe compromettere l'estro creativo del suo protégé ossia il giovin poeta. La lontananza, però, non é "come il vento, che fa dimenticare chi non s'ama" (cit. Domenico Modugno), anzi. Il ricordo e l'amore non si attenuano ed entrambi cominciano ad intrattenere una "corrispondenza d'amorosi sensi"


(foto tratta da http://www.elle.it/entertainment/cinema-tv/bright-star-le-immagini-dal-set/3no28)

Tuttavia, il destino é cinico e baro e mentre i due innamorati proseguono il loro idillio, nubi di tempesta si addensano sul loro amore. In poche parole: il paese é piccolo, la gente mormora e la giovane Fanny - di famiglia benestante - non può certo fidanzarsi né accasarsi con un giovane spiantato, per di più poeta e le cui poesie (all'epoca) non ricevono un gradimento unanime dalla critica e dal pubblico, anzi, e quindi non sono fonte di guadagno. I due giovani, soprattutto Fanny, sono decisi a continuare la loro storia solo che dove non poterono le male lingue o le convenzioni dell'epoca poté la natura, madre e matrigna. Il giovane Keats, così povero da non potersi permettere neanche un tabarro per ripararsi dai rigori dell'inverno, prende un'infreddatura tale che si ammala di polmonite e di tubercolosi (ma probabilmente era già malato da tempo, come il fratello Tom) e la sua vita é così segnata. Gli amici poeti che gli sono vicini - soprattutto Shelley -, su consiglio di un medico, gli pagano il viaggio per andare e soggiornare in Italia, a Roma, dove il clima mite, anche d'inverno, potrà, forse, aiutarlo a riprendersi. Fanny e Keats sono entrambi annientati per l'imminente separazione; la sera prima della partenza cercano di fantasticare su un ipotetico futuro insieme (la madre di lei, nel frattempo, ha acconsentito al fidanzamento) stesi su un letto


(foto tratta da http://www.elle.it/entertainment/cinema-tv/bright-star-le-immagini-dal-set)

ma é soprattutto Keats che "sente" essere l'ultima volta che vedrà e toccherà la sua Fanny e che morirà di tisi come morì suo fratello minore.
Lui parte, lei resta, le giornate passano nell'attesa di una lettera o di una buona notizia che purtroppo non arriverà: il 23 febbraio 1821 John Keats muore a Roma lasciando l'inconsolabile Fanny nella disperazione più totale.
Il film termina come inizia, ossia con lei che cuce ma, se all'apertura del film ciò che veniva cucito era un vezzoso abito alla moda, ora Fanny cuce un vestito nero per il lutto, si taglia i capelli e si dirige, recitando "Bright Star", verso il parco della villa che fu testimone silenzioso dello sbocciare e del crescere dell'amore dei due giovani amanti.


(foto tratta da http://www.elle.it/entertainment/cinema-tv/bright-star-le-immagini-dal-set)
The end
Giudizio critico: da vedere.
Non sono e non pretendo di essere un critico cinematografico e quanto vado ora ad esprimere sono le sensazioni "epidermiche" trasmessemi e ciò che io ho "interpretato" vedendo il film.
La storia d'amore non é stucchevole e zuccherosa e la regista é riuscita, a mi avviso, a dare il senso dell'amore disperato vissuto dai due giovani, in un'epoca in cui ognuno aveva un preciso posto nella società e le convenzioni erano dure da scrdinare. La figura di Fanny mi ha ricordato le protagoniste femminili dei romanzi di Jane Austen: la ragazza della buona borghesia che attende l'arrivo del principe azzurro tra una chiacchera, un té e una "session" di cucito. Solo che il ritratto che ne fa la Campion é quello di una donna determinata, all'apparenza fragile ma pronta a combattere e a sfidare le convenzioni pur di vedere coronato il suo sogno di vero amore. Keats sembra essere il personaggio un po' più fragile, ma probabilmente ciò era dovuto al fatto che non si sentiva ancora pienamente realizzato e non avrebbe potuto offrire alla sua Fanny l'agio e la serenità (anche economica) a cui era abituata. Tuttavia la giovane sembra avere le idee chiare tanto che, come già scritto, mentre battibecca con l'amico di Keats, il signor Brown, ella sottolinea il fatto che é proprio la sua bravura nel cucito che le avrebbe permesso di guadagnare e, se vogliamo, di emanciparsi dallo stereotipo della ragazza di buona famiglia in attesa del buon partito con cui sistemarsi per la vita.
Molto belle le scene in cui i due amanti cercano di esprimere il loro amore anche "attraverso" degli ostacoli fisici, come la parete che divide la loro camera da letto


(foto tratta da http://www.elle.it/entertainment/cinema-tv/bright-star-le-immagini-dal-set)

o una finestra oppure in presenza dei fratelli minori di Fanny, che la seguono sempre per rispettare "le convenzioni", ma che più che degli chaperon sembrano essere gli amorevoli testimoni e complici dell'amore di Fanny e John.
Dal punto di vista visivo il film é veramente suggestivo; i colori della fotografia, i paesaggi, la scelta degli interni e delle luci da utilizzare a parer mio sono "azzeccatissimi". Spesso avevo l'impressione di guardare dei "quadri viventi". Bellissima la scena nella quale viene portato via il catafalco con i resti del giovin poeta in una piazza di Spagna che più deserta del deserto non si può (la casa del poeta, che ora é diventata museo, é proprio attaccata alle scalinata della piazza)! Mi sono stupita assai di vedere questo pezzo di Roma, sempre incasinato al massimo, senza anima viva: e capperi! Avranno transennato ben bene e credo anche che abbiano girato di mattina molto presto.
Se volete passare due ore immersi nella campagna inglese dei primi anni dell'800, saperne di più su un periodo della vita di questo poeta romantico, bistrattato all'epoca e rivalutato dopo la morte (e in rete si trovano molte e molte informazioni sul poeta, su Fanny e sul film), se volete deliziarvi nel vedere le diverse "mise" che vengono fatte indossare alla protagonista (l'attrice australiana Abbie Cornish),


(foto tratta da http://www.elle.it/entertainment/cinema-tv/bright-star-le-immagini-dal-set)

ma soprattutto, invito rivolto alle giovin donzelle, se volete lustrarvi gli occhi con l'attore che interpreta Keats (il giovane Ben Wishaw, protagonista del film "Profumo") e che nei panni del poeta romantico "ci sta tutto" (vedi foto)


(foto tratta da http://www.elle.it/entertainment/cinema-tv/bright-star-le-immagini-dal-set)

allora vale la pena andare a vedere questo film.
Menzione speciale per il gatto Topper, che di tanto in tanto appare nel film, sempre coccolato, a turno, da qualcuno e che se la gode della grossa: bravo micino!!!
Ma soprattutto menzione speciale alla regista (o a chi ha avuto l'idea) non solo per aver portato a conoscenza di un più vasto pubblico questa storia d'amore struggente e triste (ricordo che la storia é vera e si basa sulle lettere che Keats scrisse a Fanny - quelle di Fanny furono distrutte per espresso desiderio del poeta dopo la sua morte - e che sono anche state utilizzate per scrivere una biografia di Keats che ha fatto da base per il soggetto del film), ma anche perché é riuscita a tenere incollati alla poltrona gli spettatori - salvo pochissime eccezioni - fino alla fine dei titoli di coda grazie ad un espediente: la "declamazione" di una poesia di Keats la cui durata é stata pari alla durata dei titoli di coda. Finalmente mi son potuta godere questo momento in santa pace senza dover fare il saltapicchio da una parte all'altra del cinema per poterli leggere. Ebbene sì: sono una patita dei titoli di coda. Mi interessa soprattutto sapere dove é stato girato il film, la colonna sonora e quante persone vi hanno lavorato; sono venuta anche a conoscenza del nome del micino coccolinoooo. Meeeeoowwww!
Che aggiungere oltre se non ...

Fulgida stella, fossi fermo come tu lo sei
ma non in solitario splendore sospeso alto nella notte
a vegliare, con le palpebre rimosse in eterno,
come paziente di natura, insonne eremita ...


(1) - nota: per i residenti il costo del biglietto é di 2,50 euro, per gli alloctoni di 5, é un'ingiustizia! Protesterò formalmente all'ONU ^__^ -

sabato 31 luglio 2010

La frittabue


O mamma! E che vi propino oggi?
Ma semplice: un errore culinario che però si è rivelato essere gustoso.
Siore e Siori ecco a voi la frittabue, ossia la frittata e l'uovo cotto all'occhio di bue.
O com'è che è nato questo piatto? Per un errore della cuoca, ossia io.
Preparo la frittata con tre uova, un po' di parmigiano grattato, un pochino di latte, sale. Sbatto tutto e poi metto in padella con un pochino di olio. Copro con il coperchio e lascio cuocere, quando vedo che si è ben gonfiata e cotta al punto giusto per essere girata io, che non so girarla con un colpo di polso, penso bene di usare il coperchio per aiutarmi quindi: copro la padella con il coperchio, la giro ma... aaaaah!!! porca paletta una parte di frittata scivola fuori dal coperchio (si vede che non avevo assicurato bene la chiusura) ma riesco a salvare ciò che resta in padella. Non vi dico come era ridotto il piano cottura, che prontamente ripulisco.
Tuttavia: ora resto con neanche mezza frittata e nun me va per cui... aggiungo un uovo e lo cuocio all'occhio di bue, insieme a ciò che resta della frittata che però avevo girato, ed ecco il risultato.


Gnammmmmeeeee!
Come contorno un'insalatina, che rinfresca!
E fra un pochino scattano le vacanze anche per meeee: je la posso fa, je la posso fa, je la posso fa!!!

venerdì 23 luglio 2010

Vola, vola, vola, vola, volaaa l'Ape Maia!

I'm a ladyyy, doing lady's things [cit.]
Io e un telaino da melario ancora non completamente riempito di miele dalle apine, ma qualcosa c'è. Brave ragazze!!!


Eh già... un mesetto di silenzio ma riecchime qua... sì vabbuò, che ce frega?
Ma come? Non avete sentito la mancanza della mia frizzante e simpatica verve?
NO?
'stardi!
Comunque, in questo mese, tanto per farvi i fatti miei, sono stata colpita da una tonsillite con placche, degenerata in faringite e laringite (insomma m'è andata via la voce, ma proprio viaaaaaa), ma non paga di ciò ho voluto aggiungervi anche un'otite media che mi sto portando dietro ancora adesso... ma porca paletta, 'sta sensazione di lieve ottundimento dell'orecchio sinistro me la sto portando dietro da un mese. E sì che ci sto dando dentro di fluidificante nasale e prima di ciò mi sono pure bucata le chiappe con 12 (diconsi dodici) punture di antibiotico più sei di cortisone ufff..... e ora vado anche di antistaminico, perché pare che ho dei turbinati ingrossati per via di un'allergia O___o
Mai accorta di avere un'allergia. Bah?
E per non farmi manca' "gnente" ora ho pure un'afta in bocca... e vabbé ma allora ditelo.
Però in questo mese almeno qualcosa di bello l'ho fatto: un mini corso per apicoltori. ^___^
Ogni sabato pomeriggio, per sette sabati, nella "fresca" località di Rocca Priora ho seguito questo mini corso tenuto dall'associazione Cent'Are, dalla DNApi Lab, e dalla Florapis-azienda apistica.
Confortati dal fresco del luogo, we few the happy few, ossia quattro temerari giovani, hanno seguito diligentemente le lezioni teoriche e pratiche che hanno aperto loro un mondo, quello delle apine. Mica semplice fare l'apicoltore: e le malattie delle api, dalla temuta varroa alla peste delle api, al pericolo di sciamatura se la regina comincia a invecchiare non riuscendo così ad esercitare il suo "potere" che è quello di tenere unite le apine operaie, bottinatrici e i fuchi, ossia i maschietti delle api, grandi, grossi e citrulloni che servono alla regina solo per immagazzinare gli spermini che le permetteranno, poi, per almeno quattro, cinque anni di produrre uova fecondate (femmine). Quelle non fecondate diventano fuchi! ^___^
Ma la parte più particolare è stata, ovviamente, avvicinarsi alle apine per vedere come lavorano e quanto producono. Signori, un'arnia, se le apine lavorano bene, produce veramente tanto miele. Il miele, infatti, viene prodotto sia a livello del nido - perché serve alle apine per nutrirsi e nutrire le larve (ma per il nutrimento si utilizza anche il polline e la pappa reale mentre la propoli serve a chiudere l'arnia e a "disinfettarla") - e anche a livello del melario, che è un'altra cassettina posta sopra il nido. Fra il nido e il melario viene posta una sorta di grata chiamata "escludi regina" poiché se la regina andasse anche sui telaini del melario questi verrebbero riempiti con i nidi e non con il solo miele; questa grata, quindi, permette solo alle apine piccine di creare la scorta di miele.

Ecco gli indomiti esperti del RIS che guardano la grata "escludi regina"

Insomma un'esperienza veramente esaltante che non mi farà diventare dall'oggi al domani un'apicoltrice, però mi ha permesso di capire come vivono e vedere da vicino come riescono ad organizzarsi e a stare tutte insieme "vicine vicine"
Le foto scattate durante il corso danno l'idea di come dovevamo vestirci perché, ovviamente, ogni volta che si apre un melario o un nido le api non è che siano contente; in fondo è come se qualcuno ti scoperchiasse casa e cominciasse a scrutare cosa stai facendo: enzomma, non è affatto piacevole. Dicevo, quindi, che le apine si ritrovano con la casina scoperchiata e cominciano a chiedersi "Ma chi so' 'sti rompini?" e quindi ti ronzano intorno, ti studiano e alcune tentano di difendere la proprietà attaccandoti e, purtroppo, morendo poiché - per chi non lo sapesse - le api femmina (perché i maschi, i fuchi non pungono non avendo il pungiglione) ma pensano solo a fare zin zin con la regina) quando pungono spesso lasciano il proprio pungiglione attaccato a ciò che hanno punto e il pungiglione lasciato attaccato significa che si "eviscerano" poiché il pungiglione si porta dietro anche una parte dell'intestino. Ahiaaaa!!! :-((
La cosiddetta "aggressività" delle api spesso dipende dalla regina, poiché è lei che detta il patrimonio genetico della colonia. Quelle che abbiamo visto noi non erano molto aggressive ma spesso, per tenerle buone, davamo loro del "fumo bbbono" ossia le affumicavano (ma pochino però) con del fumo prodotto dalla combustione di legno secco, aghi di pino, cera, lavanda posta in uno spargifumo apposito. Due spruzzate sul nido, non sul melario altrimenti il miele saprà de fumo, e via a controllare i telaini con i nidi.
Ma bando alle ciance ed ecco altre foto di ciò che ho definito "Area 51" perchè, per come eravamo vestiti, sembravamo alieni o, come ci ha definiti un mio amico, componenti dei RIS sulla scena del delitto.
Un ringraziamento ai docenti (Andrea, Luca e Maurizio) e ai discenti (Federica, Gabriele e Alessandro) miei compagni di corso.
E viva l'Ape Maiaaaaaa!!!!!
Bzzzzz, bzzzz a tutti!

Ecco il melario con le apineeee!!! Guarda quante ce ne sono!
Ma l'indomita giovine Federica, a cui vanno i miei ringraziamenti per avermi dato qualche passaggio con la macchina
per il ritorno a Roma, non teme nulla e si appresta a controllare la produzione delle apine


"Il telaino si tiene così: capito?", mi dice Maurizio l'apicoltore con santa pazienza.
E guardate il miele in translucenza :-))


Dovremmo essere intenti a guardare Luca, l'altro apicoltore, che ci mostra come togliere il telaino dal melario,
ma invece facciamo "mieleeeee" al fotografo

martedì 22 giugno 2010

The Fellowship of the Vuvuzela

No, nun je la f0'....
E' più forte di me....
Devo resistere....
Nooooooooooooo

Basta, devo mettere il link al video su You tube relativo alle scassatimpani vuvuzelas e in che modo sono entrate anch'esse nella Terra di Mezzo perché, dovete sapere che ..........

anche Gandalf "goes to the World Cup"!!!!


Il link è il seguente: http://www.youtube.com/watch?v=R8JGhoVybkM (o bella, ne troverete tanti altri su You tube).
La canzone che fa da sottofondo è "Taking the hobbits to Isengard" (che in inglese si pronuncia Aisengard) e che trovate sempre su You tube a questo indirizzo: http://www.youtube.com/watch?u=E-1RPDqJAY

Buon divertimento e... vai di vuvuzelaaaaassssss... sì, il mio tesssssoro...ahem, no, questo no!!!!

lunedì 21 giugno 2010

Per festeggiare l'estate


Aaaah... ma non sentite che bell'atmosfera estiva e calorosa. Non notate che belle giornate solatie e come ci rallegrano la vita e ci fan dire "ecco, è arrivata l'estate".
Ma che ve sto a pija' 'n giro? Sì! :-))
Oggi qui a Roma fa freschetto, è nuvolo (no un timido raggio di sole è uscito), pioviccica ma il calendario dice che è il 21 giugno e in questo giorno entra l'estate. e che estate sia!
E per festeggiare l'estate che avanza, ecco un piatto fresco, digeribile e di facile preparazione che può allietare le nostre tavole a mane e sera:
Melanzane ripiene al forno!!!!

Ingredienti
una melanzana
una mozzarella
pomodori pelati
mentuccia e erbette fini (timo, maggiorana, origano)
parmigiano o grana grattugiato
sale e pepe
olio evo

Lavare e fare a fettine la melanzane. Le fettine verranno grigliate e, terminata la grigliatura, si preparano per "la concia".
Tagliate a listarelle non troppo sottili una mozzarella e mettere in un piatto un po' di pomodori pelati e spiaccicarli ben bene condendoli con un po' di olio, sale e pepe e anche delle erbette fini (timo, maggiorana, origano) se non dispiace.
Si prenda una fetta di melanzana, vi si adagi una listarella di mozzarella, si chiuda il tutto a formare un cilindretto, si posizioni il cilindretto nel tegame da forno (vabbè, qui ho utilizzato un utilissimo contenitore d'alluminio) e si continui col binomio: melanzana/mozzarella, melanzana/mozzarella, melanzana/mozzarella fino a che non finisce prima o l'una o l'altra.
Stesi i cilindretti nel tegame vi si passi sopra un po' di pomodori pelati spiaccicati, indi un po' di olio evo, indi - volendo - un po' di erbette fini e la mentuccia, una spruzzatina di sale e una bella spruzzata di parmigiano o grana grattugiato.
Si metta tutto in forno a 180° e lo si cuocia per ... bah, diciamo una mezz'oretta o quando il vostro occhio e naso vi indicano che son ben cotte e tutto il condimento si è ben amalgamato.
Servire ancora ben caldi.


E buona estate a tutti, dunque!
Etciù.... io con l'otite, la faringite e un principio de raffreddore. Nun me faccio manca' nulla per il solstizio d'estate!!!!

lunedì 31 maggio 2010

Papino papino

Ciao papà, come prosegue la tourneé?
Io e Alessia pensiamo sempre a te e alla mamma. Spero proprio che stiate bene e che di tanto in tanto diate uno sguardo a noi due quaggiù.
Ciao papignu! Il tempo passa troppo in fretta e non lenisce affatto. :-((

martedì 25 maggio 2010

Spätzli e funghi porcini

(Senza flash)

Ah, la tauromachia!!! [cit.] ... no, non c'entra nulla ma mi piaceva iniziare con questa esortazione per introdurre il piatto che sono andata a cucinare giorni orsono, e che mi ha riempito di orgoglio: gli spätzli con funghi porcini e una caterva di cipolle.
Per chi ancora non sa cosa siano gli spätzli, ecco una esauriente spieghescion by Wikipedia (sì non è la Bibbia però dà una mano): "Gli spätzle (termine originario dal dialetto svevo che significa piccolo passero) sono gnocchetti di forma irregolare a base di farina di grano tenero, uova e acqua, originari della Germania meridionale, diffusissimi anche in Tirolo, Alsazia, Svizzera e Italia settentrionale".
Bè, per dirla tutta i miei spätzle erano di supermercato e addizionati di spinaci, ma hanno fatto la loro porca figura e sono contenta così.
E' stato soprattutto il condimento che mi è balenato in testa che, forse, ha dato quel tocco in più a un piatto semplice ma gustoso.
Per farla breve:

Ingredienti

Un pacchetto di spätzli da 2 etti (penso, credo, boh? Controllate al supermercato)
tre belle cipolle bionde
un pacchettino di funghi porcini secchi da far rinvenire (se riuscite a procurarvi quelli freschi, bè anche qui una bella quantità)
Erbette fini (timo, menta tritata)
sale e pepe
olio evo

In una padella tagliate le cipolle a fettine, conditele con il sale, l'olio e mettetele a stufare con un po' d'acqua fino a che non vedrete che stan quasi per diventare una morbida pappolea.
A parte fate rinvenire i funghi porcini secchi in acqua calda.
Dopo averli fatti rinvenire (su, su belli de mamma), gettateli senza pietà dentro la padella dove ancor la cipolla sfrigola di piacere (dubito, però sfrigola). Aggiustate di sale, pepe, erbette e olio, volendo, e continuate la cottura per un altro quarto d'ora.
In questo frangente mettete a cuocere gli spätzli in abbondante acqua calda salata per il tempo scritto sulla confezione. Scolate, gettate anche questi in padella mentre i porcini si lasciano totalmente andare al caldo abbraccio della cipolla, ripassate in padella per una manciata di secondi , impiattate mangiate e bonanotte ai sonatori.
Il naturalista e la sottoscritta hanno gradito.
Ah, la tauromachia!

(Con flash)

venerdì 21 maggio 2010

Eventi tolkieniani




Cari tolkieniani sparsi per la rete. E' vero, ve lo comunico con uno strettissimo anticipo tuttavia meglio tardi che mai! ^__^
Voglio dare la giusta pubblicità a due eventi riguardanti il mondo tolkieniano che si terranno questo fine settimana rispettivamente a Modena e a Osasco.
La prima manifestazione si terrà a Modena sabato 22 e domenica 23 maggio e si intitola “Tolkien e la filosofia”. E' un Convegno internazionale articolato su cinque eventi. Qui di seguito il programma
- ore 9,45: Saluti di benvenuto
- ore 10,00-12,00: TOLKIEN TRA FILOSOFIA E FILOLOGIA:
Relatori: Tom Shippey e Franco Manni
Moderatore: Roberto Arduini
- ore 12,00-13,15: FILOSOFIA E TEOLOGIA TOLKIENIANA DELLA MORTE
Relatore: Christopher Garbowski
Presentazione: Claudio Testi
- ore 15,00-17,00: TOLKIEN PENSATORE CATTOLICO?
Relatori: Andrea Monda e Wu Ming 4
Moderatore: Saverio Simonelli
- ore 17,00-18,15: LA FILOSOFIA TOLKIENIANA DEL TEMPO E DEL LINGUAGGIO
Relatrice: Verlyn Flieger
Presentazione: Marco Respinti
- ore 18,15-18,45: dibattito tra i relatori e domande finali

Uno speciale tutto dedicato al convegno andrà in onda mercoledì 26 maggio su Tv2000, alle 20.15, nella trasmissione condotta da Saverio Simonelli "La Compagnia del libro".

Ma ciò che dovrebbe far venire l'acquolina in bocca a un tolkieniano doc ^___^ è la presenza a questo convegno di nomi famosi nell'ambito della critica tolkienana che partecipano per la prima volta ad una giornata di studi in onore del "nonno" organizzata in Italia. Parlo di Tom Shippey , che fu docente di Filologia Inglese e Medievale alle Università di Oxford, di Leeds (dove anche Tolkien insegnò durante la sua carriera universitaria) e di St. Louis negli Stati uniti e che grazie alla sua opera La Via per la Terra di Mezzo (Marietti, 2005) è riuscito, "grazie alle sue competenze filologiche, a mettere in luce come nessun altro l’ispirazione fondamentalmente linguistica dell’opera tolkieniana" (cit.). Ma come non citare anche
Verlyn Flieger, anche lei professore ordinario di Mitologia e Studi Medievali presso l’istituto di Anglistica della University of Maryland negli Stati Uniti, e considerata la maggiore studiosa di Tolkien a livello mondiale insieme a Tom Shippey. Ha scritto Schegge di Luce (Marietti 2007, edito nella collana “Tolkien e dintorni”), e altri due volumi su Tolkien: A Question of Time (1997), sui motivi del tempo e del sogno nell’opera di Tolkien; e Interrupted Music (2005). Sul sito dell'Associazione romana studi tolkieniani maggiori informazioni riguardanti anche gli altri conferenzieri che sono: Franco Manni, Andrea Monda, Christopher Garbowsky e i Wu Ming 4.
Tiè!
Sul fronte piemontese, invece, sempre sabato 22 e domenica 23 maggio 2010, torna,per il terzo anno consecutivo la manifestazione “Sentieri Tolkieniani”, organizzata dall'Associazione "Sentieri Tolkieniani". Il programma prevede, sabato 22, alle ore 15 (bè ormai è andata), l’inaugurazione che ha visto, chissà, la presenza, oltre che delle autorità locali, di mons. Nicolò Anselmi, direttore del Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile. Si prosegue fino a domenica sera con giochi a tema, laboratori, sfilate in costume, esibizioni, mostre artistiche, concerti e dibattiti. Anche a questa manifestazione gli ospiti sono numerosi: Andrea Monda, che in pratica si divide fra Modena e Osasco, l’attore Gianni Musy, doppiatore di Gandalf, Davide Perino e Stefano Crescentini rispettivamente il doppiatore di Frodo e il doppiatore di Edward di Twilight. Sono previsti, inoltre, tre concerti in tre località diverse: già stasera, venerdì 21 maggio, a Torre Pellice, nei locali del Teatro del Forte, si sta tenendo un concerto di musica metal con quattro band: Nailed, Ocean Born, My Black Light e Stonata Artica; nella Basilica di San Maurizio (Pinerolo) sempre stasera, ma alle ore 21, si esibirà al pianoforte Marco Lo Muscio che eseguirà i suoi pezzi dedicati al Signore degli Anelli. Sabato 22, infine, presso il Castello di Osasco suoneranno i Daù che proporranno il loro repertorio di musica occitana. Il programma completo è disponibile sul sito dell'Associazione.
E allora, tolkieniani di tutto l'orbe terraqueo, che aspettate?
Io, nel frattempo, faccio i migliori auguri ai tolkieniani romani che, con spirito indomito, sono partiti stamane per Modena per assistere a tale evento! Mi raccomando, compagni di mille avventure, pascetevi degli interventi e tornate fecondi di novità e spetteguless! ^__^
Salutammo

venerdì 7 maggio 2010

Di aquiloni e pipistrelli

Castiglion del Lago, ex aeroporto Eleuteri: fidateve!

Forse è un po' tardi per parlarne però se ne può sempre parlare. Ma de che?
Ma della manifestazione a cui io e il naturalista siamo andati domenica 2 maggio in quel di Castiglion del Lago, sul Trasimeno.
La manifestazioni si intitolava "Coloriamo i cieli" e, da quel che ho potuto sapere, va avanti ormai da diciannove anni. Orpo di mille balene.
Ma l'interesse che ci ha spinto sin alle propaggini del lago non era tanto per la manifestazione in sé quanto per chi vi partecipava, ossia un amico del naturalista che si occupa di chirotteri e che aveva un proprio stand.
Partiamo da Roma con il bel tempo e arriviamo a Castiglion del Lago con le nuvolazze e un principio di pioggia: ma mannaggia la miseria io me so' vestita come se dovessi andare a una scampagnata soleggiata. In più fa anche freschino e la sottoscritta non si è portata giacchino acconcio. Vabbuò, me copro con quello che ho.


Io che avanzo indomita verso lo stand dei "pipistrolli" ^__^ "Alice in Wonderland"? Sì, nun s'allargamo pure qua, va

Arrivati al luogo della manifestazione, ci siam subito diretti verso alcuni stand che, a causa del maltempo, rimanevano solitari e negletti nel grande campo dell'ex aeroporto Eleuteri, adibito a luogo della manifestazione (in apertura del post un'immagine degli stand e del sito che, come si nota, non era molto frequentato causa pioggia).
Ma ecco che a un tratto il naturalista mi indica una persona: ma sì, è l'amico dei chirotteri, colui che andò con il naturalista l'anno scorso in Marocco: Cristiano, alle cui spalle campeggia il poster del suo studio naturalistico (vedi foto qui sotto: chi è il chirottero e chi il batrace?)

Mmmmm, non so se mettere come didascalia "Attenti a quei due" oppure "Tweedledum&Tweedledeem" ^___^

Espletate le formalità di rito (ehilà, ciao, eccoci, mannaggia al tempo, ieri era bellissimo e c'erano un sacco di aquiloni), diamo un'occhiata allo stand e colgo anche l'occasione per costruirmi il mio "pipistrellino personale". Eccolo, non è carinissimo? ^__^

Um pezzo di stoffa nera lucida, del riso per riempirla, del cartoncino nero per le ali e grappette per tenere il tutto! Voilà! Anche il pennarellino per disegnare occhietti e boccuccia! Gnam!
Nello stand dei chirotteri c'erano dei pannelli che spiegavano tutto ciò che occorre sapere sui pipistrelli, e il cui argomento avevo già affrontato in questo post






Ancora un veloce sguardo allo stand dei chirotteri: dentro e fuori! "Attenti a quei due" sempre all'erta

Veloce giro per gli stand gastronomici, fra cui campeggiava un banco dedicato alla carne di struzzo (misericordia!), e un altro, invece, alla più gradita "fagiolina del Trasimeno", un legume veramente molto gustoso che ho mangiato accompagnato semplicemente da del buon olio evo, un po' di pepe e sale. Buonissimo. E' stato giocoforza comprare adeguata scorta di fagiolina per i giorni a venire, anche perché qui a Roma ancor non mi è parso vederla sui banchi degli alimentari o dei supermercati.
Fra gli altri stand visitati c'era quello dedicato agli aquiloni di tutte le forme e fogge e, seppur la giornata era uggiosa, umida e piovigginosa, tanti genitori avevano comprato ai pargoli un piccolo aquilone per farli giocare. Tuttavia la scena che si presentava era la seguente: da una parte un adulto che si sbracciava per far volare l'aquilone e, nel momento in cui ci riusciva, correva e correva gioiosamente, facendo notare alla prole come si deve tenere l'aquilone e come farlo volare, dall'altra un bimbo con faccina triste, che guardava il genitore e lo inseguiva perché: "capperi, con quell'aquilone mi ci voglio divertire io mica te"! Esilarante!
Non siamo rimasti molto poiché causa tempo inclemente (se ho ben capito) erano state annullate alcune manifestazioni legate, soprattutto, agli aquiloni. In lontananza si vedevano gli aquiloni dei professionisti che sfidavano le nuvole, ma erano veramente pochi rispetto a quello che c'era stato il giorno prima con il bel tempo e con il cielo costellato di "cervi volanti" di tutte le fogge (così c'è stato raccontato).
Mesti, ma colmi di fagiolina del Trasimeno, siamo ripartiti non prima di aver salutato l'amico dei chirotteri e i suoi compagni d'avventura che tenevano lo stand e di aver dato un ultimo sguardo agli stand degli aquiloni e delle cibarie... arrivederci Trasimeno... al prossimo anno! Sperando non piova!

martedì 4 maggio 2010

E tanti auguri...

ad Alessietta! ^__^
La sorellina perfetta... bè, nun s'allargamo va'!
:-)

martedì 20 aprile 2010

Aprile dolce dormire

Mai come in questo caso il detto popolare è veritiero assai.... ho sonno! Ma tanto sonno.
E al popolo? E vabbè il popolo cambi canale!
Il fatto è che sono pervasa da cicagna perenne e l'abbiocco mi sorprende in ogni dove, soprattutto sul tram. Ah, che goduria potersi sedere (son fortunella perché ho la fermata del capolinea vicino casa) e poi lasciarsi cullare dal suono delle ruote e dal loro dondolio. Non ci son santi che tengano: tempo due minuti e la testa comincia a ciondolarmi, gli occhi a fare "pupi pupi" e l'abbandono fra le braccia di Morfeo è totale. Bè, totalissimo no, altrimenti mi farei da capolinea a capolinea e poi ancora al capolinea non so quante decinaia di volte, però la pennica mattiniera e financo serotina non me la toglie nessuno. Tento vanamente di leggere qualcosa, ora ho sotto mano "Alice in Wonderland" e "Through the looking glass", ma niente: Morfeo è più seducente del reverendo Dodgson.
Ma anche a casa non è che scherzi: torno dal lavoro, cerco di fare un po' di mestieri per far sì che l'appartamento non sembri devastato dal passaggio di un ciclone, il naturalista mi aiuta - quando non è fuori a mostrare fiori e farfalle alle simpatiche signore inglesi - soprattutto in cucina (avrà ripreso dal padre cuciniere?), ma nulla: basta che mi sieda sul divano, cominci a leggere o a vedere qualcosa alla TV e poco dopo ... zzzzzzzz
E vogliamo parlare del risveglio mattutino? Vabbè, per questo tipo di risveglio ho anche la sveglia animata, leggi Tabatuga, che già alle 4-5 di mattina comincia a passeggiare come un'anima in pensa sul nostro letto per farci capire che ha fame; talvolta ci "massacra" amabilmente il visino o le braccine con le sue zampine per farci capire che se dovemo da' 'na mossa. Ma a parte la sveglia antelucana, lo sforzone per svegliarsi per bene e tentare di uscire dal letto è notevole!
Mi consola il fatto che tale abbiocco perenne non è peculiare solo alla sottoscritta ma colpisce indistintamente amici e amiche mie: saranno le scie chimiche? Uauauauauauaua!
Yaaawwwnnn... a presto!
ZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ

lunedì 5 aprile 2010

Panettone di cavolo verza


Nooo, non state a storcere il naso. Già la foto dovrebbe farvi capire la delizia che sto per descrivere.
Tutto merito del suocero cuoco: ho raccontato che ho un suocero che quando si diletta a cucinare fa delle ricettine veramente gustose e carine? ^__^
Questa è una di quelle. E' una ricetta datata perché fatta durante il periodo natalizio, ma io la riprendo ora sempre sotto le feste, così non si perde l'atmosfera di gioia e gaudio, ma anzi....
La ricetta è semplice e vediamo se mi ricordo bene gli ingredienti e i passaggi.

Un bel cavolo verza
besciamella
curry
nocciole del Piemonte

Il cavolo verza lo si fa scottare in acqua salata, tutto intero, ma non per tanto tempo, giusto per ché cominci ad ammollarsi un po'.
Indi si prepara la besciamella con farina, latte, burro e un po' di curry in polvere. Sul curry mettene a vostro gusto perché è una spezia particolare che potrebbe non piacere a tutti. dato il suo sapore abbastanza "intenso". Volendo penso si possa sostituire con dello zafferano, o della curcuma o qualche altra spezia che dia un tocco un po' particolare a questo piatto.
Ordunque, fatto scottare il cavolo verza e preparata la besciamella, si pone il tutto in una pirofila atta a contenere il cavolo intero, lo si ricopre di besciamella , si inforna il tutto a 180° max 200° e si fa cuocere per una mezz'ora, quaranta minuti, se non ricordo male. A cottura quasi ultimata , e come tocco finale, si distribuisce sulla superficie una bella manciata di nocciole tritate.
A cottura avvenuta il "panettone" di verza dovrebbe aver assunto questa colorazione:


(prima di romperlo per mangiarlo assomiglia un po' ad un panettoncino, nevvero?)
Oh, era veramente buono e il curry dava alla besciamella un tocco particolare insieme alle nocciole che... boh?
Non ricordo se questa è una ricetta provenzale (visto che il suocero cuciniere ama molto la cucina di quella regione della Francia e spesso si cimenta nel replicare con successo ricettine provenzali) però era proprio bbbbono!
Buona Pasquetta a tutti! ^___^
Gnam

martedì 30 marzo 2010

Cara mamma

.... e sono nove. :-((
Uffa, perché non ho poteri medianici?
Un bacio ovunque tu sia, tanto lo sai che io e Alessiettuccettina ti pensiamo sempre.
Byee byeeee!!!!
@->---
:-**
Cris

venerdì 26 marzo 2010

Tabbybambolina

La mia Tababambolina

Ecco l'amorino mio, la mia sbandolina, la mia cioppolinpola, la mia bambolina tra le bamboline.
Ebbene sì, adesso è il periodo bambolinesco; la piccina indove va ad accucciarsi per cercare quieto riposo? Fra le bamboline e l'attrezzatura del naturalista.
Va bene cippi frillina mia, sbamboleggia quanto ti pare e fai tanti sogni d'oro pieni di topini che cercano di scappar via dalla tua morsa felina di belva feroce. E' feroce vero? ^___^
Meeeoooowwww


Luce naturale

Luce artificiale

P.S.: in questo periodo il blog e la sottoscritta, ma soprattutto la sottoscritta, si stanno prendendo una pausa dovuta ad attacco acuto di fancazzismo molto probabilmente contagioso!
Ritornerò!