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Sì, la foto è una vera ciofeca, non rende l'idea, ma il risultato del piatto preparato dal naturalista (piemontese) è questo.
Della bagna caòda avevo sentito parlare, ma non avevo mai osato provarla. Chissà, forse a causa delle "leggende" che circolano su questo piatto descritto come buono ma abbastanza fetente (nel senso che puzza e ammorba gli ambienti in cui viene cucinato e servito, oltre a lasciare un saporito retrogusto in bocca capace di ammazzare le mosche al volo, ma questa è un'altra storia).
E allora, visto che il naturalista aveva invitato a cena un suo amico entomologo, promettendogli una "Cena sabauda", ecco a voi.. la bagna caòda (in una delle sue molteplici versioni).
Ingredienti:
1 litro di latte
4 spicchi d'aglio
1/2 bicchiere di olio d'oliva
4 o 5 cucchiai di farina
8 acciughe
Mettere il tutto in una casseruola e sminuzzare con il Minipimer.
Porre sul fuoco a fiamma media e far cuocere per almeno un quarto d'ora.
Quando la farina comincia ad addensare, quasi a formare una besciamella, la bagna è pronta.
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La cena sabauda è stata innaffiata da un rosso corposo, il Pelaverga - come si "evince" dalla foto - originario del saluzzese (quindi più piemontese di così la cena non poteva essere).
Anch'io ho voluto assaggiare la salsa, nonostante la presenza delle acciughe (non mangio carne nè pesce), ma credo che non ripeterò l'esperienza ...
Burp! O____o
2 commenti:
Ma allora è così terribile come si dice, Morrigan??
Bè... insomma... terribile no. Non mi ha lasciato alcun retrogusto e, francamente, l'ho digerito anche abbastanza bene, tuttavia... la commistione aglio, acciughe e latte... mah?
Dai che la prossima volta che vieni la riprepariamo.. eh?
^___^
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