martedì 25 maggio 2010

Spätzli e funghi porcini

(Senza flash)

Ah, la tauromachia!!! [cit.] ... no, non c'entra nulla ma mi piaceva iniziare con questa esortazione per introdurre il piatto che sono andata a cucinare giorni orsono, e che mi ha riempito di orgoglio: gli spätzli con funghi porcini e una caterva di cipolle.
Per chi ancora non sa cosa siano gli spätzli, ecco una esauriente spieghescion by Wikipedia (sì non è la Bibbia però dà una mano): "Gli spätzle (termine originario dal dialetto svevo che significa piccolo passero) sono gnocchetti di forma irregolare a base di farina di grano tenero, uova e acqua, originari della Germania meridionale, diffusissimi anche in Tirolo, Alsazia, Svizzera e Italia settentrionale".
Bè, per dirla tutta i miei spätzle erano di supermercato e addizionati di spinaci, ma hanno fatto la loro porca figura e sono contenta così.
E' stato soprattutto il condimento che mi è balenato in testa che, forse, ha dato quel tocco in più a un piatto semplice ma gustoso.
Per farla breve:

Ingredienti

Un pacchetto di spätzli da 2 etti (penso, credo, boh? Controllate al supermercato)
tre belle cipolle bionde
un pacchettino di funghi porcini secchi da far rinvenire (se riuscite a procurarvi quelli freschi, bè anche qui una bella quantità)
Erbette fini (timo, menta tritata)
sale e pepe
olio evo

In una padella tagliate le cipolle a fettine, conditele con il sale, l'olio e mettetele a stufare con un po' d'acqua fino a che non vedrete che stan quasi per diventare una morbida pappolea.
A parte fate rinvenire i funghi porcini secchi in acqua calda.
Dopo averli fatti rinvenire (su, su belli de mamma), gettateli senza pietà dentro la padella dove ancor la cipolla sfrigola di piacere (dubito, però sfrigola). Aggiustate di sale, pepe, erbette e olio, volendo, e continuate la cottura per un altro quarto d'ora.
In questo frangente mettete a cuocere gli spätzli in abbondante acqua calda salata per il tempo scritto sulla confezione. Scolate, gettate anche questi in padella mentre i porcini si lasciano totalmente andare al caldo abbraccio della cipolla, ripassate in padella per una manciata di secondi , impiattate mangiate e bonanotte ai sonatori.
Il naturalista e la sottoscritta hanno gradito.
Ah, la tauromachia!

(Con flash)

1 commento:

Geillis ha detto...

Li ho mangiati ad Innsbruck la scorsa estate, ma non in questa versione boscosa: erano affogati nel formaggio fuso, che appena si è freddato li ha trasformati in una specie di malta difficilissima da mangiare, praticamente un calcestruzzo in versione formaggiosa...peccato, perchè conditi in altro modo, tipo questo, devono essere proprio buoni...