NOTA: QUESTO E' UN POST PUBBLICATO NEL 2009. NON SO PER QUALE MOTIVO BLOGSPOT ME L'ABBIA RESO IN BOZZA E HO DOVUTO "RIPUBBLICARLO" OGGI.
SEMPRE ATTUALE, PERO' ^________^
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E siamo in Quaresima, e quindi le crapule mangerecce devono essere contenute e "lo corpo e lo spirito" devono prepararsi per questo periodo di digiuno e penitenza. Bè, per chi crede oggi è stata una giornata di magro, per me che vagolo è stata una giornata di magro lo stesso perchè ormai me devo da' 'na controllata che comincio a faticare troppo, a respirare male, a camminare peggio e credo che la mia "macchina corporea" cominci a perdere i colpi. A 41 anni? O___o Eh, a 41 anni! Ecco perchè voglio introdurre questo piatto, anche perché rievoca in me ricordi passati, legati alla mia famiglia, che di questa verdura ne consumava "un sacco e una sporta", e legati soprattutto a papà che me la preparava quando andavo a mangiare a casa sua; non so se il termine sia diffuso in tutta Italia o è tipico solo dell'area centrale ... la misticanza. Già il nome sembra evocare misticismo, ascesi, corpi che levitano (ho scritto LEvitano NON LIEvitano) per incontrare la luce, il nirvana, la buddità, il divino o quel che più vi aggrada, e invece vuol dire "mescolanza", perchè tale piatto altro non è che l'insieme di una serie di erbe di campagna raccolte e messe insieme per essere poi mangiate sotto forma di verdura lessa ripassata. Io, almeno, la faccio così anche perchè al mercato di Centocelle, dove ogni banco ne è rifornito in quantità industriale, la verdura ivi presente non mi sembra molto versata per essere preparata ad insalata, come letto in alcuni siti web, ma parmi più verdura da cuocere e mangiarsi o lessa o ripassata. Ma perché? Perché le verdure presenti nella "Misticanza de Centocelle" sono (se ricordo bene ciò che mi ha detto la verduraia): borragine, crespigno, acetosella, cicoria, altre erbe strane e con i peletti pizzicosi che quando le capi ti fai anche un po'male.
Ecco un esempio di misticanza "a crudo", prima di essere cucinata
Comunque, la preparazione è semplicissima. Si capano le verdure, le si mondano per bene perchè sono belle piene de terra; si lavano, quindi, almeno quattro, cinque volte, se non di più, e si lasciano a bagno con Amuchina (e io ci metto anche il bicarbonato) almeno al primo ammollo. Effettuato il lavaggio, le verdure vengano cotte in un bel pentolone, riempito a metà con acqua e sale. Finita la cottura (io le lascio cuocere per almeno una trentina di minuti), si scolino e, quando si sono raffreddate, si strizzino un po' e si ripassino in padella con un po' d'olio e.v.o., erbette fini (rosmarino, timo, finocchio tritato), sale.
Si mangiano bene in mezzo a due fette di pane casareccio!
Burp!