mercoledì 20 dicembre 2006

Il "listolante" cinese

Nella migliore tradizione nazional-popolare-casareccia (e pecoreccia) intitolo questo post con la caratteristica tipica della lingua cinese "quella di non avere una erre rotante (come le lame di Goldrake).
Discetterò sul simpatico ristorante cinese che io e mio marito frequentiamo da quando ci siamo trasferiti a Centocelle.
Da fuori quasi non si vede: due lampade rosse che la forza degli elementi han fatto diventare rosate, una vetrina un pò rotta, un'insegna che recita "trattoria-cucina cinese a portar via" (se non ricordo male).
Entrando il locale è piccolino. Ci saranno sì e no nove tavoli di cui due perennemente occupati dai figli della proprietaria. Sulle pareti due stampe cinesi carine che condividono lo spazio con i graffiti degli avventori passati.
Di primo acchitto è tutto molto spartano, quasi triste. Anche la luce non è che la faccia da padrona (c'è una sorta di semi oscurità che dà un tocco di decadente al luogo) epperò ... 1) il bagno è pulito, e questo per me è già un buon segno. 2) la proprietaria cucina al momento ed è lei la "cameriera/cuoca" che si prende in carico tutto, dagli ordini al portare a tavola le pietanze. 3) si spende bene e la cucina non è male, c'è abbastanza scelta. E' il primo ristorante cinese che frequento che non mi fa star male subito dopo aver mangiato, anzi. I figli della proprietaria, inoltre, sono uno spasso. Due adolescenti che aiutano la madre e che fra di loro parlano con un'intercalare romanesco della miglior scuola, mentre quando si rivolgono alla madre il cinese la fa da padrone. Sin qui nulla di strano, ma è il passaggio repentino dal romanesco al cinese che mi fa effetto.
Giudizio finale: buono, buono, buono.
Chi può, e soprattutto chi riesce a riconoscerlo se ci capita davanti, ci vada: ne vale la pena.
你好。Nǐ hǎo
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