Il racconto si era fermato alla camminata che io e il naturalista facemmo dal secondo ponte sul Bosforo fino al primo, per arrivare al Dolmabahçe e lì, abbastanza stremati, abbiamo preso la metro di superficie fino a Sultanhamet. Ahia i piedi! Arrivati in albergo... ronf, ronf! L'indomani, si va a visitare la moschea di Eyüp Sultan. E' un luogo importante per i musulmani, addirittura è il terzo luogo sacro dopo la Mecca e Gerusalemme. Qui, infatti, è sepolto il portabandiera del profeta Maometto, Eyüp-ül-Ensârî-Halit Bin Zeyd, morto durante il primo assedio di Costantinopoli nel 669 d.C. Per arrivare alla moschea siamo nuovamente andati a Boğaz İskelesi, il molo da dove siam partiti per la mini crociera sul Bosforo. Poco più in là, infatti, ci sono le fermate d'autobus e uno di questi (mi sembra il 90) porta molto vicino alla moschea. Via, dunque.
Giunti alla fermata giusta, individuata dall'occhio esperto di guida patentata e certificata del naturalista, scendiamo e ci immergiamo nelle viuzze che portano alla moschea notando, ad un certo punto che sia a destra che a sinistra vi sono tombe, e tombe, e tombe, e tombe. Siamo entrati in un cimitero? Effettivamente sì. Era costume, e lo è ancora oggi a quanto ho capito, farsi seppellire vicino ai luoghi santi e questa moschea lo è. A bè! Arriviamo alla piazza con la fontana (quella della foto d'apertura) - molto carina e scenografica - e subito entriamo nell'atrio antistante la moschea. Il luogo merita (qui alcune foto, ed eccone un'altra)
sia per l'atmosfera che emana che per un enorme albero di platano al centro del cortile che indica il luogo di sepoltura di non so quale sultano o emiro o personaggio di spicco. In moschea entra il naturalista mentre io mi faccio il giro del cortile e dò un'occhiata, da fuori, al luogo in cui è sepolto Eyüp e dove molte persone stanno pregando: un tripudio di ori, colori caldi, opulenza. Finita la visita, cerchiamo di dirigerci verso la sommità della collina che sovrasta la moschea. Io do sempre più retta ai numerosi gatti randagi che popolano Istanbul: ma anche loro mi danno retta!!
Sbagliamo strada e ci ritroviamo all'entrata della funicolare che porta anch'essa sulla sommità della collina passando sopra il mega cimitero di Istanbul e che arriva al cafè Pierre Loti.
Che si fa? Andiamo a dare un'occhiata? Dai su prendiamo la teleferica. Detto fatto, in cinque minuti ci ritroviamo in cima alla collina - dopo aver superato "volando" il cimitero - e fa una certa impressione anche perchè, ad un certo punto la teleferica sfiora le tombe di pochi centimetri: ci fosse qualcuno in visita ai propri cari si ritroverebbe con un bel bernoccolo! - diamo una veloce occhiata al caffè e al panorama di Istanbul per poi ridiscendere a piedi verso la moschea passando proprio in mezzo al cimitero. Molto suggestivo.
Torniamo verso il "lungo Bosforo" proprio in tempo per prendere un traghetto che ci porterà a Karaköy nel distretto di Beyoğlu. Giunti alla meta, via verso e İstiklal Caddesi, la zona più turistica e piena di negozi e negozietti di Istanbul dove non posso non fare il topino nel formaggio e dove abbiamo pasteggiato in uno dei pochi ristoranti vegetariani della città, il Parsifal, non male.
Nel pomeriggio, ulteriore passeggiata verso Karaköy, superiamo il ponte di Galata la cui caratteristica principale è quella di avere, da ambo i lati, parecchi pescatori che attendono che abbocchi all'amo il pescino del Bosforo... ma sono veramente tanti!; quindi, attraversato un tunnel stradale affollato all'inverosimile, via verso il Bazar delle spezie (qui per foto interessanti non solo del Bazar) per inebriarti di odori di profumi e spezie e comprare un chilo di hennè che già quello che avevo non era sufficiente. ^___^
Rientro in hotel, cena, passeggiata al chiaro di luna verso Aya Sofia e nanna che effettivamente i piedi cominciavano ad implorare pietà.
Il giorno seguente, domenica, ancora un giro per il quartiere di Beyoğlu
ecco uno scorcio con la torre di Galata, e poi via a prendere il traghetto per Üsküdar ... ahia, è tardi, il traghetto riparte fra un'ora, è già ora di pranzo e allora che si fa? Si prende il traghetto per Kadiköy .... da lì l'autobus per Üsküdar . Panf, panf. Prima di prendere il traghetto però, altro giretto da topino nel formaggio per il quartiere di Kadiköy che è un coacervo di negozietti e ristorantini veramente carini. Dopo pranzo: Scutari arriviamo! questo quartiere di Istanbul, posto sulla sponda asiatica, a detta delle guide è anche quello un pò più conservatore. "Vedrete molte donne velate e non aspettatevi molto da locali e vita notturna". Mah? Non mi è sembrato affatto, forse meno turistica di Sultanhament e Beyoğlu ma di movimento ce n'è tanto!
Arrivati a Üsküdar
dopo un bel tragitto in autobus e un sacco di traffico, comincia la nostra marcia turistica verso le moschee visitabili. Una è proprio di fronte al porto, la Yeni Valide,
Eccone alcuni scorci:
Dietro tutto questo traffico c'è un'altra moschea con, di fronte, l'antica fontana per le abluzioni, se non ho inteso male: naturalista, è la fontana per le abluzioni? O___o
Anche questa moschea è piena di gatti: micio micio vieni qua.
Eccomi in versione "nonnina", con scialle d'ordinanza, mentre pensosa medito sui massimi sistemi! In queste altre foto, invece, sono in versione "gattara" con i mici che si spaventano appena mi vedono (e te credo: un barilotto di simpatia -io- cerca di effettuare un incontro ravvicinato del terzo tipo con i micini!!!)
perchè sono sempre "gatti de strada" pulciosi! ^___^
Un'altra moschea è anch'essa sul molo ma purtroppo chiusa poichè ci sono i cantieri per la costruzione della metropolitana "subacquea" che collegherà la sponda europea con quella asiatica di Istanbul: alla faccia! ^O^
Continuiamo il nostro giro per le viuzze di Üsküdar, quartiere senza infamia e senza lode ma che non abbiamo potuto vedere bene, (non siamo riusciti a visitare la zona di Harem e di Salacak) e dove di donne velate ce ne sono lo stesso numero che si vedono in altri quartieri. Verso sera riusciamo a riprendere il traghetto che ci riporta a Eminönü. Un salto in albergo, un cambio e via per l'ultima serata a Istanbul. Passeggiata serale per il viale di Sultanhamet dove passa il tram (viale di negozi e ristoranti per turisti); cena in un ristorantino carino - in entrambi i sensi - dove ad un certo punto siamo stati circondati da un gruppetto di ragazze "de Roma" tutte in tiro e molto giovani, che stavano mettendo a punto il loro piano post-cena per andarsi a divertire mentre cercavano di capire cosa mangiare e soprattutto quanto spendere! Noi si è taciuto vilmente, anche perchè stavamo per andar via e francamente, ad essere sincera, quando sono all'estero e al ristorante o in altri luoghi di interesse sento che ci sono altri italiani intorno a me, comincio a mantenere un profilo basso e a defilarmi il più possibile; non so, ma non mi va di farmi sentire. Ho la puzza sotto il naso? Sono un pò "posh"? Mah? So' scema forse, ma per ora continuo su questa strada.
Lunedì 26 novembre: si ritorna a casa. Il tempo di far colazione, preparare le valigie e fare un giro veloce per andare a vedere la Küçük Aya Sofia, l'Ippodromo, la Moschea blu (da fuori e basta), l'albergo dove il gruppo guastatori era stato a settembre - dai ragazzi che l'albergo non era male... i vicini, ahem), che siam tornati in albergo e preso il taxi per l'aeroporto con un emulo di Schumacher e poi l'aereo (Istanbul-Zurigo-Roma) che ci ha riportati sul suolo natio.
Sigh! :-[
Bella vacanza, soprattutto perchè mi è sembrato che durasse tantissimo. Abbiamo ancora molto da vedere e quindi ci si ritornerà sicuramente.
Alcune note: la Turchia, almeno le città che ho visitato, sono il paradiso dei gatti. Gatti ovunque e perunque, belli pulciosi o magri o cicciosi. Gatti che si fan fare le coccole e gatti sospettosi. Ho passato più tempo a coccolare i gatti che il naturalista! ^O^
I cani, invece, non se la passano tanto bene. Ce ne sono pochi e quelli che vedi sono quasi tutti randagi, pulciosi e smagriti. Se ne stanno per strada al sole a ciondolare e a dormire!
I pochi cani "al guinzaglio" li trovi nei "quartieri bene", quelli ricchi o con prevalente presenza europea (e infatti durante la nostra passeggiata-maratona fra i due ponti sul Bosforo, lato europeo, di cani al guinzaglio ne abbiam visti un bel pò).
Sul fronte cibo la cucina turca è abbastanza saporita e molto carnea: kebab di carne e piatti di pesce a profusione; non esiste il rito del primo - secondo e contorno. Esiste il piatto unico in cui il riso la fa quasi sempre da padrone perchè è visto come accompagnamento alla carne e alle verdure. Vita dura per i vegetariani, anche perchè i ristoranti vegetariani e vegani si contano sulle dita di una mano in tutta Istanbul.
I dolci sono extra dolci, che ti prende uno sbocco di diabete al solo guardarli.
Particolarità del servizio al tavolo nei ristoranti, almeno in quelli che ho frequentato: non stupitevi se le pietanze che avete ordinato vi arrivano dopo neanche un nanosecondo: le cucine - in molti ristoranti sono a vista - hanno già belle e pronte le zuppe, il riso, i kebab da mettere sul piatto e vi arrivano belli caldi e ben cotti. Inoltre, state attenti a non distrarvi e a non lasciare nulla nel piatto: se i camerieri vedono che voi vi siete fermati e magari chiaccherate con il vicino, e non avete ancora finito la pietanza arrivano e vi tolgono il piatto. Questo non per fare un dispetto ma perchè è ritenuto sgarbato lasciare il cliente con il piatto sporco davanti. Appena finito, via altra pietanza. In questo modo il servizio è abbastanza veloce. Ma io vi parlo di ristoranti senza pretese, molto semplici.
Assolutamente da provare è l'ayran, una bevanda a base di yogurt allungato con acqua e a volte insaporito con un pò di menta (praticamente una sorta di lassi indiano). Era la bevanda principale dei miei pasti!
Il tè non ha paragoni: bello forte e corroborante, ma soprattutto è un piacere vedere come viene preparato utilizzando le due teiere, e l'ho già spiegato in questo post come si fa.
Per farla breve, il viaggio è stato veramente bello, così come il tempo che non ha fatto i capricci.
Speriamo di ritornare presto in Turchia perchè effettivamente è un paese che cattura!
Saluto con l'espressione usata in Turchia per coloro che rimangono e che viene rivolta a coloro che se ne vanno; mica semplice il turco, chi parte dice arrivederci in un modo, chi rimane lo dice in un altro ossia:
Güle güle tradotto "Sorridi, sorridi" ^__________________^
Io rimango e voi andate a navigare altrove!
P.S.: spero a breve di caricare anche le foto
4 commenti:
Magico..grazie per averci mostrato questi scorci di vacanza!davvero belli :) Buon weekend!
Quanto mi ispira Istanbul! Grazie per questo tuo fantastico "trip report". E tanti auguri di Buon Natale!
Tanti auguri di buone feste, a te e ai tuoi cari!Un abbraccio!
Cari Yari e Nightfairy, grazie per gli auguri e per l'entusiasmo mostrato nel seguire le mie peripezie turche.
Latito un pò dal blog ma, oltre ad essere andata in ferie solo ieri fino al nuovo anno sto preparando un pò di ricettine per mantenere alto il nome di 'sto blog... o no? O___o
siete carinissimi e vi abbraccio forte.
Bacioni
Morrigan
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