lunedì 17 novembre 2008
Helva!
Capperi, capperini!
Non so cosa mi stia prendendo, non so proprio cosa sto avendo, ma riesco a stare dietro al blogghe in maniera sempre più sporadica. Mah?
Gli impegni così urgenti? La fiacca che la fa da padrone? Sta di fatto che il pensiero di pubblicare qualcosa diventa più un "pensiero" che una soddisfazione.
Me starò a stufa'? Vabbuò.
Per la serie: "piatti cucinati con i preparati pronti" ecco a voi un classico dolce dolcerrimo dell'area turca: l'Helva! E' uno dei dolci turchi più antichi, addirittura pare venisse preparato in Anatolia prima dell'arrivo dei turchi, ed è consumato soprattutto in occasioni speciali quali il Ramadan o nei battesimi e nei funerali. Ah però! O__O
La versione più comune dell'helva è quella preparata con il semolino (che poi è quella che abbiamo mangiato noi), latte e pinoli e si chiama - vedi busta - İrmik Helvası.
Vi è anche il Tahin Helvası preparato con i semi di sesamo ma questo, purtroppo, non l'abbiamo comprato. Ripensare a questo dolce mi fa venire l'acquolina e il picco glicemico mi sale a mille, ma è veramente una "porcata" in senso positivissimo.
Ovviamente, essendo un preparato in busta, la preparazione è risultata molto semplice.
750 ml di latte più il preparato; far bollire per venti minuti, mettere in un contenitore per dargli la forma che più si desidera (noi si è usato un tupperware rettangolare) e poi metterlo in frigo per farlo rapprendere bene e, soprattutto, per farlo raffreddare e poi poterlo tagliare e gustare in tutta la sua "dolcezza".
Eeehhh.
A presto, a tempi migliori e soprattutto in periodi in cui avrò qualcosa da scrivere di sensato.
Baciozzi
lunedì 10 novembre 2008
Stracciatella
E' un piatto che, a seconda delle latitudini italiche, varia nella composizione e nella preparazione. E pecchè?
Perchè se parlo di "stracciatella" a un nordico probabilmente gli verrà in mente il gelato, se parlo di stracciatella a un centrista-sudista probabilmente penserà alla minestra a base d'uovo che ora vado ad illustrare.
Per me la stracciatella ha la stessa valenza che le "madeleines" proustiane avevano per lo scrittore francese: sono un ritorno all'infanzia e a determinati ricordi di persone e momenti.
Non so perchè mi piace così tanto (o forse sì ^__^), so soltanto che durante i freddi inverni romani (bè dai, quando le stagioni erano stagioni, a dicembre a Roma faceva freddino anzichenò) io, mia sorella e mia mamma ci godevamo il tepore della cucina riscaldata per mezzo del forno a gas acceso (anche se non ci si cucinava nulla il forno era - e per me continua ad essere, con buona pace del consumo di gas - un buon mezzo per riscaldare la cucina d'inverno).
Dicevamo, il fantastico trio si riuniva in cucina (sto parlando di più di trent'anni fa) per stare al caldo, preparare pranzo o cena (mamma), disegnare e fare i compiti (io e sorella) e di tanto in tanto guardare la TV.
Ebbene, in una fredda serata, non so come, a mia mamma viene in mente di preparare questa minestrina a base d'uovo. Non so se già la conosceva e la mangiava durante la sua infanzia, o le fu suggerita da alcune amiche, sta di fatto che ricordo ancora la sera in cui la preparò la prima volta (no, il giorno no e neanche l'anno, ma il momento quello sì!) e quanto mi piacque quando la mangiai. Ancora oggi, se per caso in un ristorante trovo nel menù "stracciatella", può essere ferragosto ed esserci +50° all'ombra ma a tale pietanza non rinuncio, e cerco di prepararla spesso anche a casa.
E' semplicissima!
Ingredienti:
Brodo vegetale (la quantità varia a seconda di quante persone si è; per me e il naturalista è sufficiente una pentola con 1/2 litro di brodo)
Uova (francamente la proporzione "un uovo a persona" non mi soddisfa molto per cui abbondo un po')
sale (con parsimonia che c'è già il brodo)
parmigiano grattugiato (abbondante)
pepe e un po' d'olio
Preparare il brodo e quando arriva a bollore aggiungervi le uova precedentemente sbattute insieme al parmigiano e a un pochino di sale. Spegnere il fuoco, girare bene bene in modo che l'uovo si cuocia e servire ben caldo con una spruzzata di parmigiano, un po' di pepe e un goccino d'olio.
Qui ritratta c'è la versione "rinforzata" ossia ci ho aggiunto un po' di quadrucci, cosa che avevo già fatto con quest'altra minestra.
Buona mangiata!
Perchè se parlo di "stracciatella" a un nordico probabilmente gli verrà in mente il gelato, se parlo di stracciatella a un centrista-sudista probabilmente penserà alla minestra a base d'uovo che ora vado ad illustrare.
Per me la stracciatella ha la stessa valenza che le "madeleines" proustiane avevano per lo scrittore francese: sono un ritorno all'infanzia e a determinati ricordi di persone e momenti.
Non so perchè mi piace così tanto (o forse sì ^__^), so soltanto che durante i freddi inverni romani (bè dai, quando le stagioni erano stagioni, a dicembre a Roma faceva freddino anzichenò) io, mia sorella e mia mamma ci godevamo il tepore della cucina riscaldata per mezzo del forno a gas acceso (anche se non ci si cucinava nulla il forno era - e per me continua ad essere, con buona pace del consumo di gas - un buon mezzo per riscaldare la cucina d'inverno).
Dicevamo, il fantastico trio si riuniva in cucina (sto parlando di più di trent'anni fa) per stare al caldo, preparare pranzo o cena (mamma), disegnare e fare i compiti (io e sorella) e di tanto in tanto guardare la TV.
Ebbene, in una fredda serata, non so come, a mia mamma viene in mente di preparare questa minestrina a base d'uovo. Non so se già la conosceva e la mangiava durante la sua infanzia, o le fu suggerita da alcune amiche, sta di fatto che ricordo ancora la sera in cui la preparò la prima volta (no, il giorno no e neanche l'anno, ma il momento quello sì!) e quanto mi piacque quando la mangiai. Ancora oggi, se per caso in un ristorante trovo nel menù "stracciatella", può essere ferragosto ed esserci +50° all'ombra ma a tale pietanza non rinuncio, e cerco di prepararla spesso anche a casa.
E' semplicissima!
Ingredienti:
Brodo vegetale (la quantità varia a seconda di quante persone si è; per me e il naturalista è sufficiente una pentola con 1/2 litro di brodo)
Uova (francamente la proporzione "un uovo a persona" non mi soddisfa molto per cui abbondo un po')
sale (con parsimonia che c'è già il brodo)
parmigiano grattugiato (abbondante)
pepe e un po' d'olio
Preparare il brodo e quando arriva a bollore aggiungervi le uova precedentemente sbattute insieme al parmigiano e a un pochino di sale. Spegnere il fuoco, girare bene bene in modo che l'uovo si cuocia e servire ben caldo con una spruzzata di parmigiano, un po' di pepe e un goccino d'olio.
Qui ritratta c'è la versione "rinforzata" ossia ci ho aggiunto un po' di quadrucci, cosa che avevo già fatto con quest'altra minestra.
Buona mangiata!
domenica 9 novembre 2008
Premio Dardos
Ringrazio pubblicamente Stellafede per avermi "premiata"! ^___^
Grazie Stellina, mi ha fatto veramente piacere, soprattutto leggere la motivazione che ora vado a copincollare!
"Questo è un premio che riconosce i valori che ogni blogger dimostra ogni giorno nel suo impegno a trasmettere valori culturali, etici, letterari e personali."
Capperi!!! O___o
E io faccio ciò? A volte non me ne rendo conto.
"In breve mostra la sua creatività in ogni cosa che fa"
Sì sul creativo ci sto!
"Regole:
1) Accettare e visualizzare l’immagine del premio e far rispettare le regole"
fatto!
"2) Linkare il blog che ti ha premiato"
fatto!
"3) Premiare altri 15 blog e avvisarli del premio."
Altri 15 bloggers?
Ahia! Qua la vedo dura. Per ora, more solito, passo... poi si vedrà.
Grazie ancora Stellafede!
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